Non c’è verso di trovare un verso, ed un verso non basterebbe a raccontare quello che sei stato e che rimarrai nel ricordo di chi ti ha conosciuto e di chi ti ha amato. Si apriranno le porte del cielo ad accogliere la tua anima che spesso raccomandavi a Dio. E a Dio ti rivolgevi con i tuoi versi in lingua e dialetto per trovare forze nuove che ti facessero sopportare l’infinito calvario a cui sei stato sottoposto da anni. Calvario che hai accettato, combattuto e deriso con spirito nuovo e con armato vigore. Certo non sono mancati gli attimi di smarrimento, di scoraggiamento che ogni tanto trasparivano dai tuoi versi, ma a questi attimi non ti sei sottomesso, non hai mai prestato il fianco, anzi ti sei opposto con la fierezza e la volontà degli eroi.
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Addio, Ernesto, uomo maturo onesto e sincero. Poeta in lingua e dialetto. Ai tuoi versi non c’è nulla da aggiungere più di quanto ha già scritto il tuo amico Franco, grande interprete della poesia popolare e delle storie del popolo.
Posso solo dire che, negli ultimi anni, quelli della tua più cruda sofferenza, hai affinato meglio il tuo scrivere poesia che era diventata- tra l’altro – un’arma per combattere e lenire pianti e sofferenze.
La poesia…il tuo tempo migliore. Tua moglie i tuoi figli…il coraggio, la speranza.
Andrà via, col tuo sorriso, il tuo martoriato corpo, ma di te rimarrà il verso eterno della poesia e lì vi è nascosto tutto quello che pensavi – anzi che pensi – del mondo e della natura degli uomini. E nel verso, risulta vivo e chiaro, il tuo amore incommensurabile per la vita. Che non sei più riuscito ad afferrare…
Ti sia mantello di stelle…la terra.
di Bruno Salvatore Lucisano
fonte http://brunolucisano.altervista.org/