Ven. Mar 29th, 2024

Non solo disastrosa o disastrata che dir si voglia, ma anche decisamente pericolosa oltre che per lunghi tratti inesistente. Il sindaco di S. Agata del Bianco, Domenico Stranieri, non ha dubbi sulla drammaticità che si accompagna alla strada provinciale che collega il borgo di S. Agata con il Parco d’ Aspromonte. Si chiede, perciò, come amministratore comunale del centro interno della fascia ionica reggina come può essere possibile valorizzare un posto che non c’è? “E’ questa la domanda che oggi, come Amministrazione di un paese del Parco dell’Aspromonte, – dice Domenico Stranieri – siamo costretti a porci. Perché se ha fatto bene il Presidente Bombino a denunciare sulla Gazzetta del Sud del 3 maggio 2017 che “gli ultimi eventi calamitosi hanno ulteriormente reso difficoltosa la percorribilità delle vie di accesso della nostra Montagna”, sulla precisazione che “disastrosa, oltreché pericolosa, è la strada che collega il borgo di Sant’Agata del Bianco alla Montagna” bisogna aggiungere qualcosa. Difatti, la strada provinciale che collega Sant’Agata con il Parco – aggiunge il sindaco di S. Agata – non è soltanto disastrosa: non esiste proprio. Appena dopo una curva (che bisognerebbe segnalare meglio) la via di comunicazione è completamente crollata. Se sulla carta, dunque, il nostro Comune fa parte del Parco, nella realtà è tagliato fuori da tutto. Nessuno può raggiungere i propri terreni, e la montagna, che era (ed è) uno dei punti principali del nostro programma elettorale, resta una visione da contemplare in lontananza. Così, noi, che sul nostro Aspromonte orientale vorremmo persino programmare un Festival di letteratura e musica, forse organizzeremo un funerale, con una bara simbolica e tutti i cittadini uniti per decretarne ufficialmente la morte”. Domenico Stranieri non nasconde il suo disappunto ricordando che sul territorio si sta cercando di parlare ” di turismo, di cooperative e aziende che, magari, possano avere un solo “marchio d’area”. Abbiamo creato musei e percorsi lungo i nostri palmenti scavati nella roccia – evidenzia Stranieri – e guardiamo sempre con attenzione ai nostri artisti e ai nostri scrittori perché, per noi, aveva ragione Federico Engel quando sosteneva che egli aveva imparato sulla storia della Francia più dai romanzi di Balzac che dall’insieme degli storici francesi. Ma un Comune che ha una strada (quella sì) disastrosa per raggiungere la costa e non ha una via per arrivare in montagna è come un naufrago aggrappato ad una illusoria speranza di esistere”. Stranieri con rammarico ricorda anche che da tempo sono stati segnalati alla Regione, alla Provincia e alla Città Metropolitana i problemi di isolamento e di rischio che vivono giornalmente i cittadini di quell’area e con rammarico afferma ” Aspettiamo ancora risposte concrete prima di iniziare ufficialmente la cerimonia funebre delle nostre verdi alture”.

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Aristide Bava

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