Ven. Apr 19th, 2024

E’ in corso a Lamezia Terme una vasta operazione antimafia della Polizia di Stato, che sta eseguendo nove provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Dda di Catanzaro a carico di altrettanti presunti affiliati alla cosca Giampà della ‘ndrangheta, operante in Lamezia Terme. I destinatari delle misure restrittive sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni a carico di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, oltre che di una serie di intimidazioni consistite nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l’utilizzo di ordigni esplosivi. Agli indagati sono inoltre contestati numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

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Le attività investigative, condotte, con il concorso del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, dalla Squadra mobile di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia Terme, sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ed in particolare dal Procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, e del pm Elio Romano, con la supervisione del Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri. Le indagini hanno consentito di accertare che alcuni soggetti appartenenti alla cosca Giampà, tornati in libertà dopo avere espiato le condanne riportate a conclusione dei processi scaturiti dalle operazioni di polizia “Medusa” e “Perseo” o nel momento in cui venivano ammessi a misure cautelari alternative alla detenzione, si riattivavano con lo scopo di imporre nuovamente la loro influenza criminale nelle zone storicamente controllate dalla cosca di riferimento. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà stamattina alle 11 a Catanzaro nel Complesso polifunzionale della Polizia di Stato, con la partecipazione del Procuratore Gratteri.

Nell’ambito della operazione “Filo Rosso , sono stati arrestati, a Lamezia Terme:

  • Gianluca Giovanni Notarianni, alias “Luca”, 24 anni;
  • Saverio Giampà, 30 anni;
  • Pasquale Notarianni, 31 anni;
  • Luigi Leone, 33 anni;
  • Giuseppe Cappello, alias “Cutulicchio”, 33 anni;
  • Michele Bentornato, alias “U Grassu”, 32 anni
  • Fabio Vescio, 20 anni; 
  • Alessandra Folino, 31 anni;
  • Michael Mercuri, 28 anni (arrestato a Pizzo Calabro).

 

In particolare, Gianluca Giovanni Notarianni e Pasquale Notarianni, coadiuvati da Saverio Giampà – uscito dal carcere per fine pena nell’ottobre 2016 – per quanto gli ultimi due fossero sottoposti rispettivamente agli arresti domiciliari e alla Sorveglianza Speciale con obbligo di firma e obbligo di soggiorno nel comune di residenza, avrebbero intrapreso nuovamente l’attività criminosa interrotta dalle operazioni di polizia. Le investigazioni, effettuate mediante l’attivazione di numerosi presidi tecnologici, hanno fatto emergere che il gruppo vantava una notevole forza d’intimidazione, in ragione tanto dei pregressi criminali dello stesso Saverio Giampà quanto del vincolo familiare di Gianluca Giovanni Notarianni e Pasquale con i genitori Aldo Notarianni e Carmine Vincenzo Notarianni, entrambi esponenti di vertice dell’omonima ‘ndrina, confederata alla Cosca Giampà. Ne è emerso un quadro complessivo di capillare sottoposizione, indifferentemente di piccoli esercizi commerciali e di grosse aziende (un macellaio, un bar, un ristorante, un supermercato), ad ogni forma di vessazione estorsiva, dalle dazioni forzose di merce di poco valore alla richiesta periodica di somme anche importanti in una logica di controllo serrato del territorio da parte del sodalizio.

L’intimidazione al cantiere del nuovo palazzetto dello sport

E allo stesso modo si è accertata la responsabilità di alcuni degli odierni arrestati dapprima nella collocazione di una bottiglia incendiaria e poi nella collocazione ed esplosione di un ordigno artigianale, nei pressi del cancello d’ingresso del cantiere di costruzione del nuovo palazzetto dello sport di via del Progresso, quartiere storicamente appannaggio della consorteria, con l’intento di costringere la ditta impegnata nei lavori a cedere alle richieste estorsive. E’ poi emerso che l’attività delittuosa della cosca si svolgeva in sostanziale, anche se non aperta, contrapposizione a quella della cosca Torcasio, recentemente colpita da altro provvedimento della DDA di Catanzaro e che, in occasione di un sequestro di armi a carico di esponenti di tale sodalizio, gli odierni arrestati entrarono in fibrillazione temendo che il fatto che i rivali ne avessero il possesso costituisse un pericolo, decidendo così di munirsene anch’essi.

I contrasti interni alla consorteria

La comune avversione per i Torcasio non ha tuttavia evitato che all’interno del gruppo si manifestassero frizioni anche gravi. In particolare, a distanza di venti giorni circa dalla esplosione di un ordigno che ha investito il cancello d’ingresso della abitazione di Saverio Giampà e parzialmente distrutto la sua autovettura, Fabio Vescio, personaggio legato a doppio filo ai Notarianni, è stato vittima di un feroce pestaggio ad opera dello stesso Giampà e di Michael Mercuri. Soccorso dai Notarianni, si è poi nascosto per non dar conto delle lesioni riportate.  Da quella data si sono succedute, captate dai diversi servizi di intercettazione, tutta una serie di minacce gravissime nei confronti di Giampà e di Mercuri che, a sua volta, temendo di rimanere vittima di una imboscata, ha lasciato la città. Proprio il precipitare delle frizioni interne alla consorteria è alla base della adozione della misura del fermo.

 

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