Ven. Mar 29th, 2024

Il 23 maggio 1992 moriva Giovanni Falcone, mera vittima della sanguinosa strage di Capaci; assieme a lui gli uomini della scorta. È il primo dei 57 giorni che intercorreranno tra la morte del giudice e quella del suo collega e amico Paolo Borsellino.

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57 concitati giorni di attesa in cui il giudice ha continuato imperterrito a lavorare, alla ricerca di quella verità che Falcone ha dovuto pagare con la propria vita.

La morte dell’amico, ha segnato per Borsellino l’inizio di un conto alla rovescia impossibile da disinnescare, di cui lui non aveva il controllo né conosceva la durata. Ma non per questo motivo il giudice ha smesso di lavorare, tantomeno si è rassegnato al “puzzo del compromesso morale” perché «chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola».

Ad oggi, sono passati 25 anni da quel 19 luglio 1992, in cui Borsellino ha trovato la morte in via D’Amelio, ed il ricordo dei due giudici, del loro impegno nella lotta alla criminalità organizzata e del rinnovamento culturale di cui si sono fatti promotori è ancora vivo.

Questa sera (ore 20) a Fatti e Misfatti con Bruno Grenci, il già procuratore aggiunto del DDA di Palermo Leonardo Aguenci interverrà telefonicamente per approfondire sull’argomento.

Giuseppe Galluzzo

Luca Matteo Rodinò

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