Mar. Apr 16th, 2024

Ugo FRANCO – Dopo una quaresima rigida, durata sette settimane, seguita scrupolosamente dai fedeli ortodossi senza toccare carne, uova, latticini, alcol e dopo i riti della settimana Santa, domani al monastero ortodosso di San Giovanni Therestis di Bivongi, si festeggerà la Pasqua. Giornata sacra che segna il momento della massima spiritualità per il mondo ortodosso tanto che molti fedeli hanno scelto di arrivare alla risurrezione di Cristo seguendo il percorso della quaresima nera che osserva un digiuno assoluto da giovedì Santo a notte di Sabato Santo.

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Le funzioni celebrate nel corso della settimana Santa sono entrate nel vivo dalla giornata del giovedì  con la lettura dei 12 vangeli, uno per ogni ora del giorno, e del venerdì con la messa del requiem, una funzione funebre nel corso della quale i fedeli con le candele accese hanno ripercorso la via Crucis all’esterno della basilica. Quindi il rientro in chiesa che ha visto  i fedeli passare sotto l’epitaffio, un telo dove è stampata la deposizione di Gesù dalla croce

Stanotte prima di mezzanotte, la messa della risurrezione. Si spengono le luci all’interno della basilica e padre Justin, uscendo dall’altare con in mano una candela accesa, inviterà  per tre volte i fedeli a prendere la luce. A Mezzanotte, poi, in tutta la vallata Stilaro, riecheggeranno le parole di padre Justin che annuncerà: Christos a Inviat, Cristo è risorto e i fedeli che risponderanno adevarat a inviat, è veramente risorto. Quindi, la prosecuzione delle preghiere fino a notte fonda per poi riprendere domani mattina quando, nel corso del pomposo e caratteristico rituale di Pasqua i fedeli riceveranno le uova colorate di rosso che simboleggiano il sacrificio con il sangue di Cristo.

Questa sera e domani si preannunciano numerosi pellegrini e visitatori provenienti dalla locride, dalla Calabria, dal resto d’Italia e dai paesi dell’Est Europa. Già, nel corso della settimana le funzioni sono state seguite da numerosi fedeli ortodossi e cattolici e da cittadini dei paesi della vallata Stilaro che oramai, dal 1994, quando i monaci provenienti dal Monte Athos resero vivo il monastero, festeggiano due pasque: quella cattolica e quella ortodossa.

Pasque, ricordiamo che raramente coincidono in virtù del differente calendario seguito da entrambe le religioni: gli ortodossi, il calendario Giuliano che fissa la Pasqua nella prima domenica seguente al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera e i cattolici, il Gregoriano adottato nel 1582 da Papa Gregorio XIII,  dopo uno studio dell’astronomo calabrese Luigi Giglio, abolendo quanto stabilito nel concilio di Nicea del 325. Ciò, per recuperare i dieci giorni in più accumulati nel corso dei secoli dal calendario Giuliano e riportare l’anno a 365 giorni. Si ripristinò, anche, la regola che il giorno di Pasqua dovesse cadere nella prima domenica seguente al primo al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera.

Domani, 1 maggio, dopo le celebrazioni dei riti pasquali, nel piazzale del Katolikon saranno offerti ai presenti i dolci tipici romeni preparati dai fedeli. Si consumeranno, tra l’altro, la “Pasca” la torta simbolo della Romania fatta di ricotta e le uova sode colorate, simbolo di prosperità  e di vita, poiché ogni essere vivente nasce da un uovo.

Lunedì, giorno di pasquetta,la chiusura dei riti pasquali con il sacrificio dell’agnello a ricordare quello di Cristo in croce.

Nota lieta per i monaci che vivono al monastero, il completamento del recupero del fienile a ridosso dell’abside sinistra che permetterà di completare il restauro degli affreschi all’interno della basilica, fermo da tre anni perché prima bisognava risanare il fienile. Le previsione rosee che a luglio tutto sarà completato.

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