Mar. Apr 16th, 2024

 

 

Nella veglia eucaristica di ieri sera ho rivolto il nostro sguardo a Maria madre della famiglia. Oggi celebriamo questa Eucaristia alla presenza di Maria, Madonna della Montagna, Madre del Buon pastore. E’ Lei che ci avvicina al suo Figlio, che c’invita a fare quello che Egli ci chiede.

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Questa Eucaristia è il momento centrale della festa. Non ci sono distrazioni di altro genere né manifestazioni esterne come accade in tutte le feste religiose che hanno caratterizzato questa estate. Quello che accade attorno con canti, musiche e balli, continuati per tutta la notte, è una festa di popolo, retaggio di una fede, che ha sempre dato speranza e coraggio alla nostra gente. Una fede che oggi, ahimè, rischia di confondersi con le sue ritualità! Anch’essa ha bisogno di purificarsi, rivitalizzando il legame con la vita. Una fede senza le opere distaccata dalla vita, è debole. A Maria chiediamo il coraggio di una fede professata con la coerenza della vita.

E’ un momento questo che ci vede insieme fedeli e autorità civili e militari. Saluto tutti con cordialità, stima e riverenza. Vedo nella vostra presenza così variegata e qualificata il segno ed il desiderio di consegnare alla Vergine di Polsi le nostre attese e speranze, i sogni di questo nostro territorio. Sogni di una terra, che mette da parte ogni complesso di inferiorità e cerca il coraggio di rialzarsi attraverso percorsi di liberazione e purificazione da ogni forma di illegalità. Scusatemi se non uso di proposito il termine ‘ndrangheta. Non è perché non ne riconosca l’esistenza e la pericolosità. Tutt’altro! Sono convinto che essa, pur avendo trovato altrove terreno più fertile, costituisce un gravissimo fenomeno che ci condiziona negativamente e paralizza lo sviluppo della nostra terra. Devo però riconoscere che le forze dell’ordine e la magistratura in questi anni hanno operato con grande attenzione e competenza in modo da ottenere importanti successi e tenere sotto controllo il fenomeno. Sono convinto altresì che non basta riempire pagine di giornali con questo termine per debellarla: occorre un impegno concreto da parte di tutti, nessuno escluso, contro ogni comportamento improntato ad illegalità, a compromesso, a costante ricorso alla raccomandazione. Tutte “scorciatoie” che creano le premesse di una corruzione generalizzata e diffusa che distrugge ogni speranza e manifesta l’altra faccia della mafia.

La liturgia della Parola che abbiamo ascoltato richiama un’immagine altamente evocativa: il banchetto nuziale, e quella dello sposo. Nell’immagine del banchetto nuziale, è evidente che lo Sposo è Cristo, l’amico, che genera amicizia, gioia, pace. Gli invitati si rapportano allo Sposo, per cui non possono essere nella tristezza, quando egli è con loro. La nostra assemblea è partecipare ad un banchetto di nozze: il banchetto eucaristico. Possibile il richiamo alle nozze di Cana di Galilea. In quell’occasione venne a mancare il vino. Decisivo fu l’intervento di Maria, che sapeva bene che la mancanza del vino durante le cerimonia nuziale era motivo di disagio e di grande sofferenza per gli sposi, forse anche occasione di chiacchiericcio tra gli invitati. Gesù che in un primo momento non voleva intervenire (“Non è ancora giunta la mia ora”), su sollecitazione della madre, fece qualcosa di impensabile, di sorprendente: trasformò l’acqua in vino. Tutti gli invitati ne rimasero sorpresi e profondamente meravigliati. E soprattutto si accorsero della Sua presenza. Quell’azione li indusse a riconoscere in Lui il Dio atteso e cercato, che si fa vicino, che non delude, che interviene. E lo fa alla sua maniera: “tutto il mistero di Cana è imperniato sulla presenza di questo sposo, che si nasconde, o piuttosto che comincia a rivelarsi” (Padre Lefèvre).

La presenza dello Sposo porta gioia negli invitati e serenità negli sposi. Nel Vangelo il riferimento alle nozze indica un momento di grande gioia e di festa da condividere insieme. E’ la gioia che proviene dallo Sposo, da Gesù. E’ la gioia che viene dall’Eucaristia che celebriamo, dal Dio che si fa pane spezzato. L’Eucaristia è una grazia che ci aiuta a scoprire l’amore di Gesù in modo da metterlo al centro della nostra vita e vivere la festa nuziale con il cuore pieno di gioia.

Al contrario, rifiutare di partecipare al banchetto e non accettare l’invito trasforma la vita in lutto, è come se “lo sposo venisse  tolto”. Non ci sarebbe più alcun motivo per festeggiare, tutto apparirebbe più triste, spento e privo di valore. Per questo Signore ti prego di sostenere e ravvivare sempre la nostra fede attraverso l’Eucarestia, in modo da partecipare al banchetto nuziale del tuo Figlio. Nell’Eucarestia si compie ciò di cui il miracolo di Cana è solo un segno.

Vivere l’Eucaristia a Polsi può aiutarci a riscoprire la gioia e la bellezza dell’incontro con lo Sposo.

Mi piace richiamare le origini del nostro Santuario che – come tutti sanno – ci riporta al rinvenimento di una Croce, in questo luogo. Una croce all’origine di un Santuario. Un evento molto significativo! Da subito questa croce è divenuta il segno di un DIO CHE SI FA TROVARE NELLA SOFFERENZA.

Non c’è Polsi senza croce! Una Croce fatta di grandi amori e fedeltà, ma anche di tanti tanti tradimenti. Da una parte la fedeltà di Dio, che ha trovata tanta adesione in questo nostro popolo dell’estremo Sud della penisola, dall’altra i tradimenti umani. Quante infedeltà qui a Polsi!  Quanta miseria umana! Ma anche quanta cattiveria! Chiedo perdono a Dio per tutto questo. Perdono per coloro che sono morti nei loro peccati! Per quanti hanno cagionato spargimento di sangue, lacrime di dolore e sofferenze di ogni genere! Perdono per i mafiosi che si si sono fatti vanto della sacra immagine della Madonna di Polsi! Perdono per quanti hanno disonorato il nome stesso della famiglia! Perdono per una fede popolare troppo superficiale e poco coerente. Perdono per quanti hanno legato la sacra immagine di Maria della Montagna ai loro progetti criminali. Polsi è testimone silente di tanto male, ma anche di tanta fede popolare, semplice, spontanea! Tanta misericordia dispensata a piene mani dai sacerdoti. Giorno e notte. Tanto perdono  accordato dalla bontà del Padre!

La croce di Polsi assomma in sé le croci della povera gente di questa nostra terra. Abbraccia le sofferenze che vengono portate sin qui, che vengono affidate alla misericordia di Dio nella confessione, le disperazioni di quanti hanno perso i loro affetti, i tradimenti dell’amore, le morti innocenti, il sangue versato inutilmente, le crudeltà ed i sequestri impuniti. Polsi abbraccia tutte le miserie e fragilità del territorio.

Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».

Ma qui lo Sposo continua ad essere presente: Dio si fa vedere. La sua presenza è gioia, luce, vita, pace, perdono, misericordia. DIO E’ PRESENTE nell’Eucaristia e nella penitenza, nella preghiera, nel pellegrinaggio sofferto e penitenziale, nel recupero della pace interiore e nel perdono, nell’amicizia. Dio è paziente nel manifestare il suo volto misericordioso. Ma lo manifesterà più pienamente, quando taceranno per sempre le armi.. quando non ci sarà più spaccio di droga, quando scompariranno definitivamente realtà come ‘ndrangheta, faida, mafia, racket, corruzione, usura, quando ci sarà lavoro per tutti, quando questo territorio sarà un giardino irrigato, quando il bambino avrà il sorriso di una mamma e di un papà, quando la mamma vedrà realizzato il futuro dei suoi figli, quando ogni migrante troverà braccia aperte e case ospitali, quando i nostri boschi rinverdiranno di alti e bei alberi, quando gli incendi non distruggeranno più i nostri boschi, quando non ci sarà più pericolo di inquinamento, quando ciascuno renderà il suo cuore più umile e docile, quando tutti sapremo tenderci le mani, lavorare e cooperare insieme.

Quando lo sposo è assente o ci è tolto, DIO E’ MORTO!  « Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso!» (F. Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 125: “Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini!”.

Siamo stati noi ad ucciderlo! E’ la profezia di una società secolarizzata, senza Dio? Non so. Certamente profezia di una società che, respingendo Dio, ha ucciso l’uomo! Questo accade nella nostra vita come nella società. Anche a POLSI, DIO è assente, se vince la mafia e i suoi loschi affari.

“E allora digiuneranno”: il nostro digiuno? E’ l’impegno per una società più umana. Come cristiani siamo chiamati a purificare la nostra fede e religiosità popolare. Spetta a noi ridare dignità ad un luogo di fede. E’ allora ripartiamo, rendendo questo luogo un’oasi di pace. A tale scopo ho ritenuto – unitamente al Rettore del santuario e al nuovo CDA – di attivare un sistema di vigilanza più efficace attraverso l’istallazione di un impianto di videosorveglianza e l’organizzazione più attenta dell’accoglienza dei pellegrini. Il tutto secondo le vigenti norme ed in collaborazione con le Autorità civili preposte. Mi sembra importante tutelare, conservare e migliorare il servizio di accoglienza: il nostro è un santuario accogliente, tra i più accoglienti. I pellegrini per raggiungerlo devono fare lunghi percorsi, strade sterrate, che diventano pericolose dopo le piogge. Molti pellegrini me lo hanno fatto notare. Altri sono dovuti rientrare per paura delle frane. Personalmente ringrazio tutte le autorità (Comune di san Luca, parco nazionale dell’Aspromonte, Calabria Verde, Protezione civile, Regione Calabria),per aver reso possibile la riapertura di una strada d’accesso. Ma mi permetto di sollecitare nuove soluzioni: i fedeli di Polsi meritano una strada d’accesso al santuario degna di questo nome, più sicura, a tutela della loro incolumità.

Pensando ai giovani mi è sembrato doveroso che il nostro santuario offrisse il suo apporto sul piano della formazione alla legalità e alla custodia del creato. Istitueremo nel corso di questo anno scolastico un CONCORSO a premi per tutti gli studenti della Provincia, sollecitando la riflessione su temi, come la legalità, l’ambiente, la cura del creato, temi cari alla “Laudato sì”. Sono piccoli segnali di un percorso di rinnovamento, che vuole dare a questo luogo sacro la dignità che gli spetta, affermandone – oltre che la dimensione religiosa – anche quella sociale e formativa.

Ringrazio per la pazienza nell’ascolto.

Auguro a tutti che per la presenza dello Sposo il tempo che viviamo sia caratterizzato dalla festa e dalla gioia. È la gioia di chi riconosce di essere figlio di Dio, così da saperlo invocare come Padre. La gioia di chi è grato al Padre per i doni del perdono, della pace, della condivisione fraterna. Amen!

 

X Francesco Oliva

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