Sab. Apr 20th, 2024

Ugo Franco – Rimane inascoltato, dopo sei mesi, l’intervento richiesto dai residenti di Pazzano in via Nuova, Consolino e San Nicola, a seguito della caduta di un masso sulla vicina strada dell’acquedotto.

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Era settembre dello scorso anno quando, un masso staccatosi dalla parete rocciosa del monte Consolino che sovrasta parte dell’abitato di Pazzano, è stato fermato nella sua corsa da due alberi evitando che finisse su alcune case. Immediato l’intervento dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Alessandro Taverniti, che ha allertato la Provincia di Reggio Calabria e la Protezione Civile. L’ufficio tecnico, dopo il sopralluogo, segnala sessantasei proprietari di ventiquattro abitazioni in pericolo, per caduta massi in via Nuova, San Nicola, e Consolino. Il 5 settembre 2016, subito, il provvedimento di sgombero con l’ordinanza n° 12 del sindaco indirizzata agli abitanti della zona, fino a nuova disposizione e “dispone la chiusura provvisoria dei fabbricati a cura dell’Ente con relative aree pertinenziali, con avvisi da porsi all’entrata degli immobili stessi, sino a data da stabilirsi”. Ordinanza, poi, contestata dai residenti perché non equa e definita a macchia di leopardo perché il criterio adottato colpiva alcune case e altre, quasi attaccate, no e quindi, abitabili.

Anche Carlo Tansi, capo della Protezione civile regionale, dopo pochi giorni, era giunto a Pazzano per un sopralluogo e decidere gli interventi da effettuare. Quindi, la richiesta d’intervento al responsabile del ramo della Provincia di Reggio Calabria e l’allerta per gli specialisti rocciatori guidati dal vice responsabile della stazione alpina Aspromonte, Giuseppe Tassitano, per una verifica sullo stato della parete rocciosa.

Nel mese di ottobre l’arrivo dei rocciatori, sicuramente per un sopralluogo perché nessun intervento è stato effettuato.

Resta, perciò, a distanza di sei mesi, tutto fermo con il pericolo incombente e la paura dei residenti, specie in questi giorni in cui il tempo è stato inclemente. Residenti che, pur con l’ordinanza di sgombero del sindaco, continuano a vivere nelle proprie abitazioni e qualche cittadino ricorda e racconta <<L’ordinanza del sindaco – dice – si aggiunge a quella che abbiamo ricevuta alla fine degli anni 1980 quando ci fu, a seguito di una forte pioggia, uno smottamento con caduta di massi. Nessuno ha ancora revocato la precedente ordinanza e, oggi, ne riceviamo una nuova. Siamo a metà febbraio e il Comune non ci ha informato di nessuna evoluzione della situazione, come scritto nell’ordinanza>>.

Cittadini, perciò, che si sentono presi in giro, abbandonati e lamentano, ancora, di non avere nessuna via di fuga in caso di pericolo perché <<Via Nuova, dove abitiamo – dicono i residenti – è molto stretta e verrebbe ostruita da massi, terra o fango perché non esiste altra via di fuga. Abbiamo chiesto da tempo alle varie Amministrazioni che si sono susseguite di costruire una scaletta in cemento nella parte nord di via Nuova che collegasse la piazzetta del centro di Pazzano, abbattendo semplicemente alcuni ostacoli con poca spesa. Non siamo mai stati ascoltati anche se qui vivono persone anziane e ammalate che, in caso di pericolo, resterebbero bloccate>>. Ricordiamo, infine, quanto raccontato da una signora <<Secondo l’ordinanza dovrei vivere nella sola cucina che si trova al piano terra, che non è interessato dallo sgombero. Non capisco perché l’altra parte dello stesso piano è in pericolo>>. Altra segnalazione dei residenti, il rischio dei muri a secco del podere abbandonato da molto tempo, a ridosso delle case, che si stanno sfaldando e non trattengono più il terreno in balia delle forti piogge che si riversa in via Nuova.

Era stato suggerito, anche, d’impiantare una pineta tra le case e la parete del Consolino ma è rimasto lettera morta. Sarebbe ora di un intervento serio per tranquillizzare questi cittadini di Pazzano, prima che possa accadere l’irreparabile anche per le gelate dei mesi scorsi e l’innalzamento delle temperature di questi giorni che potrebbero provocare nuovi distacchi di massi.

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