Gio. Apr 18th, 2024

Sono comparsi i primi testimoni
nella seconda udienza
del processo a carico di
Sabrina Marziano, la 30enne
accusata insieme all’amante
di aver ucciso, nella notte tra
il 24 e il 25 ottobre 2015, il
marito Ernesto Ienco. Agostino
Micelotta, co- imputato nel
procedimento è stato giudicato
e condannato, in abbreviato, a
16 anni di reclusione. Per i
presunti “amanti diabolici” le
imputazioni contestate sono,
a vario titolo, di omicidio volontario
aggravato dai motivi
“abietti e futili” e detenzione
illegale di armi.
Nell’udienza svoltasi ieri
mattina dinanzi al collegio
giudicante della Corte D’Assise
presieduto dal giudice
Amelia Monteleone, sono
stati ascoltati i testi della pubblica
accusa, gli investigatori
della compagnia Carabinieri
di Roccella Jonica. Assente il
tenente Gerardo De Siena,
la cui testimonianza è considerata
importante in quanto
firmatario di atti che sono
risultati esser determinanti
per l’accusa della Marziano.
Erano invece presente gli altri
militari chiamati dal sostituto
procuratore Vincenzo Toscano.
Gli investigatori hanno
riferito delle indagini e soprattutto
della grossa mole di
interrogatori per sommarie
informazioni effettuate e dei
vari sopralluoghi a casa Ienco-
Marziano, teatro del delitto.
Un’udienza tecnica dove
sostanzialmente non sono nati
spunti particolari ma si è ripercorso
l’attività d’indagine
attraverso coloro che hanno
lavorato senza sosta. Presente
in aula la madre di Ernesto
Ienco. L’omicidio si svolse in
un’isolata abitazione di Riace
La scena del crimine
ricostruita in aula
dagli investigatori
La vittima Ernesto Ienco con la moglie Sabrina Marziano accusata di omicidio
Omicidio Ienco, davanti alla Corte i testi dell’accusa
Marina, ad una manciata di
chilometri dal confine con
la provincia di Catanzaro. La
vittima rientra a casa di notte
dopo aver partecipato a una
cerimonia nuziale. Secondo
l’accusa ad attendere l’arrivo
di Ernesto c’erano Sabrina e
Agostino. Il marito-vittima
aprendo la porta di casa sarebbe
stato travolto dal piombo.
Non solo. Dopo gli spari,
Ienco sarebbe stato colpito alla
nuca con un oggetto.
I due giovani amanti, secondo
il Gip Caterina Capitò,
che ha siglato l’ordinanza di
custodia cautelare, «hanno –
scriveva- dimostrato una scarsissima
consistenza morale ed
assenza di scrupoli, nonché
scarsa resistenza agli stimoli
violenti che, ove pure scaturiti
da una condotta di sopraffazione,
debbono sempre
essere sempre e comunque
mantenuti sotto controllo e
debitamente incanalati verso
forme di reazione lecita». La
prossima udienza è fissata per
il 22 febbraio e saranno chiamati
sul banco dei testimoni i
restanti investigatori.
Annalisa Costanzo (Cronache delle Calabrie)

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