Ven. Mar 29th, 2024
Una Reggina di rara bruttezza va ad un passo dal baratro, rischiando il ko interno con la Vibonese ultima in classifica. La strada verso la salvezza è in salita.

Turno interno contro l’ultima in classifica. Comodo? Macchè. Gli amaranto lasciano il Granillo con un pareggio che va stretto alla Vibonese che non riesce ad approfittare a pieno di un imperdonabile passaggio a vuoto della squadra dello Stretto, spenta sul piano agonistico e quantomai imprecisa su quello tecnico. Una prestazione svilente che fa il paio con quella offerta la scorsa settimana a Matera e preoccupa in vista del futuro oggi che, a 8 giornate dal termine, la Reggina resta impelagata in piena zona playout.

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Sono passati 59′ dal fischio d’inizio quando il direttore di gara manda le squadre negli spogliatoi per l’intervallo. Nessun recupero monstre, è stato un clamoroso ed imprevisto blackout dell’impianto di illuminazione del Granillo a costringere l’arbitro a sospendere l’incontro al 26′ e far riprendere la contesa solo 11′ più tardi. Luci spente in casa della Reggina, anche in senso figurato. Zeman dopo l’amorfa prestazione di Matera rinnega la difesa a 3, rispolverando un 4-1-4-1 che tradisce l’intenzione di far propria l’intera posta in palio; intenzione che tuttavia resta tale, considerato che fino alla sospensione gli amaranto si dimostrano in balia della Vibonese fanalino di coda della categoria. Non trova le distanze la squadra dello Stretto, sempre lontana dall’avversario, incapace di portare un pressing convincente, gli ospiti fanno un figurone e sfiorano in due occasioni il vantaggio. Di contro, zero alla casella occasioni create dalla Reggina, assente anche alle voci tiri “in” e perfino “verso” la porta.

Zeman sfrutta il time-out tecnico improvvisato e torna sui suoi passi. Al rientro delle squadre in campo la Reggina veste nuovamente il 3-5-2 mettendosi così a specchio rispetto ai rossoblu. A sorpresa, Cucinotti precedentemente impiegato da terzino della difesa a 4 viene adattato da tornante destro, Possenti stringe insieme a Gianola e Kosnic con Porcino arretrato sulla corsia mancina. La mossa ha l’effetto principale di responsabilizzare gli attori in campo che, adesso, devono condurre battaglie individuali con i rispettivi avversari nel ruolo, la gara assume i contorni di uno statico equilibrio. Il vantaggio è aver tappato le falle, imbarca meno acqua la Reggina ma resta irrisolto il problema nella proposta di gioco che resta assente, con un centrocampo mai capace di entrare in partita. Un sussulto arriva al 40′ su azione individuale di Coralli che dal limite sfiora il palo.

Il secondo tempo inizia con un cambio. Non c’è più Possenti, fermato da un duro colpo alla testa in un contrasto aereo ad un passo dall’intervallo, al suo posto Zeman sceglie De Vito confermando Cucinotti sull’out destro. Dopo 15′ durante i quali il campo resta muto, ma comunque la Vibonese dà l’impressione di star riprendendo il sopravvento, gli amaranto ritrovano un esterno di ruolo sulla corsia destra: Maesano rileva Cucinotti. I rossoblu sentono odore di colpaccio, Campilongo lancia il suo calciatore di maggior talento – Saraniti – che va a rafforzare l’attacco e un minuto dopo si rende protagonista di una meravigliosa giocata: girata dai 30 metri dotata di straordinaria violenza che incontra l’incrocio dei pali e grazia gli amaranto sul piano del punteggio ma non rispetto al nervosismo dei presenti al Granillo che rompono il silenzio (osservato quale protesta per le misure repressive rivolte alla tifoseria organizzata) e fischiano con decisione. La Reggina è alle corde, si affida a scatti di nervi e non al ragionamento, non sviluppa azioni manovrate ma contropiedi e quando è costretta ad impostare alza il pallone ma Leonetti latita e Coralli viene puntualmente sovrastato da Moi. Male Botta, malissimo De Francesco, Bangu sembrava iniziare a dare segnali di risveglio dopo una gara da spettatore ma è lui ad esser sacrificato per l’ingresso di Bianchimano ed il definitivo passaggio al 3-4-3.

“Tutti all’attacco!”, sembra voler dire Zeman. I suoi lo prendono troppo sul serio e su un angolo a favore gli amaranto finiscono per subire un contropiede in doppia inferiorità numerica che porta Saraniti a colpire davanti a Sala bravo a disinnescare una colossale occasione per gli ospiti. Saltati gli schemi, sul ribaltamento di fronte la prima giocata di De Francesco degna del suo talento pesca Leonetti alle spalle della difesa ma l’attaccante manca l’impatto con la sfera per pochi centimetri. Squadre lunghissime, a caccia di un episodio decisivo: arriva sul piede di Kosnic, ma indirizza a lato. La gara si spegne sullo 0-0. La Reggina aveva bisogno di una vittoria, ma alla luce della svilente prestazione offerta, questo è un punto guadagnato.

Ammesso che serva a qualcosa…

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