Mer. Apr 24th, 2024

Truffa, peculato e abuso
d’ufficio. Sono questi i reati
contestati, a vario titolo, a
26 persone, fra funzionari e
dipendenti del Comune di
Melito Porto Salvo.
Nella giornata di ieri, infatti,
i carabinieri della locale
Compagnia hanno notificato
gli avvisi di garanzia
con contestuale conclusione
delle indagini preliminari.
E l’inchiesta inizia a presentarsi
abbastanza complessa,
sebbene i valori in questione
non siano elevatissimi.
L’accusa di truffa riguarda
una sola persona. Si tratta
di Antonino Gatto, operaio
specializzato, incaricato in
precedenza di gestire il cimitero
di Pentedattilo e poi
la villa comunale di Melito
Porto Salvo. Secondo il pm
Crisafulli, Gatto «con artifizi
e raggiri, consistiti nell’attestare
la propria presenza
in servizio tramite la timbratura
del proprio cartellino
marcatempo nell’apposita
apparecchiatura collocata
nel centro polifunzionale di
Melito Porto Salvo», per poi
«allontanarsi senza recarsi o
trattenersi sul luogo di lavoro
». Sono ben dieci gli episodi
che vengono contestati a
Gatto dal 2013 al 2016. Si va
da situazioni in cui l’uomo
è stato trovato in altre vie di
Melito Porto Salvo, durante
l’orario di lavoro, a circostanze
in cui invece avrebbe
effettuato attività di natura
privata.
Arriva poi il capitolo
dell’abuso d’ufficio e del peculato.
Qui le persone coinvolte
sono molte di più. Un
capo d’imputazione riguarda
Francesco Maisano e Nicola
Minniti (classe ’61), i quali,
nello svolgimento della
propria funzione e servizio,
«procuravano a sé e ad altri
un ingiusto vantaggio patrimoniale
e arrecavano al Comune
di Melito Porto Salvo
un danno ingiusto». Ma in
cosa consiste tutto ciò? «Nello
specifico – spiega il pm –
elargivano 43 buoni per un
importo complessivo di 1604
euro per l’acquisto di carburante
e olio», dalla ditta
aggiudicataria del servizio
di fornitura carburanti e lubrificanti
per gli automezzi
del Comune di Melito Porto
Salvo». L’aspetto non secondario,
però, è che questi buoni
benzina erano segnati per
mezzi che, in quel periodo
preciso, non erano funzionanti
e di conseguenza non
avrebbero avuto necessità di
essere riforniti.
Quanto all’accusa di peculato,
invece, secondo il pubblico
ministero, Carmelo
Romeo, Francesco Maisano,
Nicola Minniti (classe ’55),
Vincenzo Manti e Nicola
Minniti (classe ’61), in più
occasioni, sia nella qualità
di pubblici ufficiali che di
semplici incaricati di pubblico
servizio, si sarebbero
appropriati di 68 buoni
carburante, per un importo
complessivo di 3.392 euro.
Sono diversi e numerosi gli
episodi dello stesso tipo e
riguardano cifre anche considerevoli,
se si pensa che
parliamo di carburante per
l’auto.
Per Francesco Maisano,
invece, c’è anche l’accusa
di essersi appropriato di 15
buoni carburante, di proprietà
dell’ente, per un importo
pari a 1.195 euro, dei
quali aveva disponibilità per
ragione del suo ufficio. Per il
pm, Maisano, «emetteva in
favore di se stesso i predetti
buoni per importi superiori
alle spese effettive di carburante
necessarie per i tragitti
indicati, impiegandoli
in quattro casi per l’utilizzo
del mezzo proprio, senza che
fosse evidenziata l’indisponibilità
dei mezzi comunali».
Infine l’abuso d’ufficio
contestato ai responsabili
dell’ufficio personale di Melito,
ai funzionari ed agli incaricati
di pubblico servizio,
ossia Margherita Crocè, Demetrio
Eros Polimeni Massimo
Serranò, Alessandra
Sgarlato, Rosa Chiappalone,
Fortunata Pontari, Angela
Sarica. Per il pm, in violazione
di legge, essi avrebbero
calcolato la retribuzione
mensile sulla base della tabella
stipendiale in astratto,
«senza tenere conto delle
effettive presenze che dovevano
risultare dal sistema
automatico di timbratura»,
facendo così in modo che
fossero considerati presenti,
anche quando erano assenti.
Tutti ora avranno 20 giorni
di tempo per presentare
memorie, produrre documenti,
o chiedere di essere
interrogati. Poi arriverà la
probabile richiesta di rinvio
a giudizio.
Consolato Minniti

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Claudia Pugliese

 

CRONACHE DELLE CALABRIE

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