Ven. Apr 19th, 2024
Al 62′ Kosnic decide Reggina-Catanzaro, esulta il Granillo. Gli amaranto scavano un solco importante che li divide dalle posizioni playout.

Nel momento decisivo della stagione, la Reggina veste il suo abito migliore: al blitz di Taranto segue il successo nel derby con il Catanzaro. La salvezza, per gli uomini di Zeman, è ad un passo: Kosnic sbatte in porta il pallone che fa ribollire un Granillo decisivo. Al triplice fischio è 1-0, in attesa dello scontro diretto tra Monopoli e Melfi la squadra dello Stretto sale a +5 sull’ultimo posto valido per i playout.

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SPETTACOLO GRANILLO – Colore sugli spalti, atmosfera intrisa di passione. Il Granillo respira calcio non solo perché è di scena una gara di valore capitale in ottica salvezza, di fronte ci sono la prima e la seconda squadra di maggior prestigio regionale, rispettivamente la Reggina con le sue nove partecipazioni alla massima serie e il Catanzaro con sette gettoni in A. Un derby che vale la permanenza tra i professionisti, ma capace comunque di fomentare gli animi di due tifoserie orgogliose, malgrado le soddisfazioni nel recente passato siano state assai avare. Sole timido a far da cornice ad una gara che, specie in avvio, risente positivamente della carica trasferita dalle tribune, raramente così gremite in questa stagione. Passano 2′ e Bangu prova a stappare la gara, raccoglie una sponda di Kosnic e si produce in una rovesciata splendida ma comoda per l’attento De Lucia, la risposta giallorossa è in un colpo di testa di Sarao da ottima posizione, ma centrale.

DE FRANCESCO ACCENDE LA LUCE – Nessuna delle due squadre riesce a prendere il sopravvento, il confronto danza sul filo dell’equilibrio seppure l’interpretazione dell’incontro sia opposto. Ad una Reggina più armonica ma troppo orizzontale, risponde un Catanzaro meno organico, intermittente ma capace di prodursi in incisive verticalizzazioni. E’ in giornata Alberto De Francesco, lo si nota dalla capacità del centrocampista scuola Lazio di abbinare la consueta eleganza nel palleggio ad uno spirito di sacrificio in fase passiva capace di legare la squadra. Ne trae oggettivo beneficio la formazione di Zeman le cui due migliori occasioni, tuttavia, non producono tiri in porta: in entrambi i casi Bianchimano dopo essersi sottratto alla marcatura avversaria manca l’appuntamento decisivo con il pallone per pochi centimetri. Il Catanzaro, tuttavia, non sta a guardare. Colleziona corner (saranno 7 all’intervallo), si fa vivo dalle parti di Sala con l’ottimo Icardi (alto), poi con Van Ransbeeck (violento ma centrale).

SVOLTA KOSNIC – Non maturano la decisione di cambiar qualcosa i tecnici durante l’intervallo, a maggior ragione Zeman che al 44′ aveva già dovuto rinunciare a Coralli per un problema fisico, sostituito da Leonetti. Il torpore della pausa viene smaltito lentamente da Reggina e Catanzaro, sonnecchianti in uno statico gioco a centrocampo. Il gol che cambia la storia del derby arriva all’improvviso. Minuto 62, Bangu penetra in area, sulla sua conclusione ci sarebbe un clamoroso fallo di mano ma è Kosnic, avventandosi sul pallone vagante e sbattendolo in rete, a sopire le polemiche e far esplodere la Sud.

ARBITRO, DOPPIO ERRORE – Erra deve correre ai ripari. Fuori Giovinco, dentro Gomez. Poi spazio anche a Basrak e Bensaja, le aquile si affidano al 4-3-3 per provare a ritrovare il pari. Zeman risponde con i muscoli di Knudsen in luogo di Bangu. Tra il 70′ ed il 75′ due errori arbitrali scontentano entrambe le squadre. Prima De Francesco, sempre lui, illumina con un assist che mette Leonetti davanti a De Lucia, palla in rete ma a gioco fermo per un fuorigioco che non c’è: Sabato sale in ritardo, il guardalinee lo grazia. Subito dopo il sig. Proietti di Terni compensa penalizzando gli ospiti. Inserimento di Esposito che beffa la difesa reggina, conclusione al volo, sponda sulla traversa e palla che batte oltre la linea di porta. Non se ne avvede la terna arbitrale, si resta sull’1-0.

Finale a testa bassa di un Catanzaro orgoglioso, lo è di più la Reggina che con Kosnic, De Vito ed un sontuoso Gianola alza il muro, chiude con la porta inviolata e conquista un successo che equivale ad un’ipoteca sulla salvezza.

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