Gio. Apr 18th, 2024

Figlio di Eddy, un emigrante italiano che lasciò Bovalino, nella Locride, nel 1952,  Anthony LaPaglia è nato e cresciuto in Australia dove dall’età di quindici anni, fino ai ventuno tenta la carriera come calciatore professionista (che rimane una delle sue più grandi passioni, tant’è che oggi è uno dei proprietari della squadra di Sydney). La sua vita artistica ha però preso il via negli scantinati di New York dove muove i passi su palchi scricchiolanti prima di arrivare a Broadway che nel 1998 lo premia con un Tony Award come Miglior Attore nel revival di Arthur Miller  “Uno sguardo dal ponte”. Attore di cinema, teatro e televisione LaPaglia può interpretare qualsiasi tipo di personaggio – indimenticabile il suo ritratto del detective Leon in Lantana- e quando è venuto ai ferri corti con Hollywood ha scelto di tornare a lavorare in tv ottenendo un incredibile successo (a nove anni dall’Emmy per il suo ruolo inFrasier) come protagonista di Senza traccia.

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Un italo australiano a New York
Ho lasciato l’Australia nel 1982. Non sapevo bene cosa volevo fare, il sogno di giocare in serie A era ormai sfumato (ufficialmente per un infortunio, la verità è che non avevo abbastanza talento), ma i racconti su mio nonno – che secondo la leggenda familiare andò a nuoto fino in America – mi avevano sempre affascinato e sentivo il bisogno di fare delle vere esperienze di vita. Sono rimasto diciotto anni a New York e ho fatto qualsiasi lavoro prima di darmi alla recitazione. L’ultimo fu in un bar nei pressi del teatro pubblico dove poteva capitare che servissi da bere a Kevin Kline o a William Hurt. Gli attori e i registi che passavano di lì mi lasciavano sempre i biglietti per andarli a vedere e così cominciai a frequentare sempre più spesso il teatro e finii per appassionarmene. Andando a scuola di recitazione imparai che recitare non è una questione mentale, ma viscerale. Passai i successivi otto anni a teatro, partendo dagli scantinati arrivando fino a Broadway.

Dal teatro al cinema
Passati i trent’anni un attore di teatro inizia a sentirsi frustrato perché non guadagna abbastanza per permettersi una vita normale. Iniziai a guardarmi intorno ma prima di arrivare anche solo a un casting interessante ci volle molto tempo. Spesso devi fare cinquanta provini per risvegliare il minimo interesse intorno alla tua performance. Alla mia prima audizione importante c’era gente come Joe Pesci accreditata per il film (Il matrimonio di Betsy) e mai avrei pensato che prendessero me per il ruolo. Ma secondo la produzione ero la persona giusta e mi dissero che avevano addirittura litigato con gli studios per scritturarmi, visto che non ero certo una celebrità.

Dal cinema alla tv
Cinque anni fa cominciai a guardarmi attorno per vedere cosa offriva il panorama. A Hollywood ormai il cachet della star di un film ruota intorno ai 25 milioni di dollari, e spesso tutti gli altri devono accontentarsi delle briciole. Oltretutto quando paghi così tanto un attore vuoi sfruttarlo al massimo sullo schermo, perciò i ruoli dei personaggi secondari finiscono per essere poco invitanti. Mi sono reso conto che non facevo altro che portare le valigie alla star di turno. Inoltre, da un punto di vista pratico, ero costretto a fare almeno sette film l’anno per far quadrare il bilancio. Senza considerare che in quel momento mia moglie era rimasta incinta e avevo deciso di passare più tempo con la famiglia per essere un padre presente. Così, dopo tanti anni di offerte televisive rifiutate mi sono fatto mandare le migliori tre sceneggiature di serie tv e tra queste ho scelto Senza traccia. Dal punto di vista della scrittura era la migliore, era un pezzo corale – il che mi permetteva di non lavorare in continuazione – e lo produceva Jerry Bruckheimer, che è senz’altro un marchio di garanzia. Abbiamo appena finito di girare la quinta stagione e questo è un sinonimo del fatto che la serie sta andando bene. Tutti noi abbiamo lavorato sodo per dare una vita personale ai nostri personaggi e l’anno scorso ho avuto la sensazione che la scrittura, rispetto alle prime stagioni, fosse nettamente migliorata. Questo dipende anche dal fatto che gli attori contribuiscono attivamente alla costruzione delle scene ma soprattutto perché gli sceneggiatori sono aperti ai suggerimenti altrui. Magari è il ragazzo che porta il caffé la mattina ad avere l’idea migliore…

Il consiglio di un attore
Oggi i giovani sono impazienti, vogliono tutto e subito. Questo però non fa che nuocere alla loro carriera perché quando ottengono un successo immediato non sempre riescono a tenere testa alle aspettative. Quello che ti rende un bravo attore è innanzitutto l’esperienza di vita nel suo complesso, quello che hai imparato sulla strada lo porti sullo schermo. A diciotto anni non hai questo bagaglio culturale e se hai la fortuna di diventare una star nel giro di un week end, perché il film che hai fatto ha sbancato i botteghini, la fama può ritorcersi contro di te. Anche perché il cinema è fatto di periodi ciclici, può succedere che improvvisamente non rientri in quelle che sono le richieste di mercato o che non ci sono ruoli adatti a te. Persino Tom Cruise, dopo una lunghissima e brillante carriera, sta subendo un declino, ma questo è normalissimo per un attore. L’importante è saper sfruttare i periodi di bassa, continuando a studiare per migliorarsi in attesa del momento giusto per tornare in carreggiata.è nato e cresciuto in Australia dove dall’età di quindici anni, fino ai ventuno tenta la carriera come calciatore professionista (che rimane una delle sue più grandi passioni, tant’è che oggi è uno dei proprietari della squadra di Sydney). La sua vita artistica ha però preso il via negli scantinati di New York dove muove i passi su palchi scricchiolanti prima di arrivare a Broadway che nel 1998 lo premia con un Tony Award come Miglior Attore nel revival di Arthur Miller “Uno sguardo dal ponte”. Attore di cinema, teatro e televisione LaPagliapuò interpretare qualsiasi tipo di personaggio – indimenticabile il suo ritratto del detective Leon in Lantana- e quando è venuto ai ferri corti con Hollywood ha scelto di tornare a lavorare in tv ottenendo un incredibile successo (a nove anni dall’Emmy per il suo ruolo inFrasier) come protagonista di Senza traccia. Abbiamo incontrato l’attore italo australiano in occasione della prima edizione del Roma Fiction Fest.

Tirza Bonifazi Tognazzi

http://www.mymovies.it

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