Ven. Mar 29th, 2024

È un altro duro colpo quello
che lo Stato riesce ad infliggere
alla cosca che domina
sul territorio di Melito Porto
Salvo. Questa volta, finisce
nelle mani della giustizia un
tesoretto da circa sei milioni
di euro. Tanto è il corrispettivo
dei beni sequestrati ad
Annunziato Iamonte, infermiere
59enne, originario di
Melito Porto Salvo.
Il provvedimento è stato
emesso dal Tribunale reggino,
sezione misure di prevenzione,
su proposta avanzata
in forma congiunta dal
procuratore capo della Dda
reggina, Federico Cafiero
de Raho e dal direttore della
Dia di Reggio Calabria,
Nunzio Antonio Ferla. Sono
stati proprio gli uomini
della Direzione investigativa
antimafia ad eseguire il
sequestro. La decisione scaturisce
dalle indagini svolte
dagli uomini della Direzione
Investigativa Antimafia
sull’intero patrimonio dello
stesso, che hanno consentito
di acclarare un’evidente
sproporzione tra i redditi dichiarati,
rispetto agli investimenti
effettuati, risultati di
provenienza illecita. Inoltre,
a suo carico è stata accertata,
in passato, la contiguità alla
cosca Iamonte, desunta dalle
dichiarazioni dei collaboratori
di giustizia Filippo Barreca
e Rocco Nasone, nonché,
nel periodo 1999/2008,
l’omessa segnalazione, prevista
per legge, di numerose
variazioni patrimoniali al
competente Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia
di Finanza, in quanto soggetto
sottoposto alla misura
della sorveglianza speciale.
Il sequestro portato a termine
nella giornata di ieri
ha riguardato numerosi
beni, tra cui, 70 unità immobiliari
(ubicati a Melito
Porto Salvo), tra fabbricati,
appartamenti, cantine, locali
ad uso commerciale, oltre
15 ettari di terreno coltivato,
un’autovettura di grossa cilindrata
e rapporti finanziari
di ingente valore.
Ancora una volta, dunque,
si conferma molto alta l’attenzione
della Dia reggina
all’aspetto dell’aggressione
ai patrimoni di soggetti ritenuti
contigui alla ‘ndrangheta.
Proprio la cosca Iamonte
da sempre ha rappresentato
una famiglia in grado di tenere
in pugno l’intero territorio
di Melito Porto Salvo,
facendo affari, estorsioni ed
infiltrandosi all’interno delle
istituzioni del luogo. Una
‘ndrina storica che per molto
tempo ha dominato, salvo
incorrere negli ultimi anni
in continui provvedimenti
giudiziari che hanno portato
in cella boss e gregari,
fiaccandone – anche se solo
in parte – la caratura criminale.
Ora, questo nuovo
provvedimento di sequestro
da sei milioni di euro rappresenta
un ennesimo colpo
ad un clan molto forte dal
punto di vista economico-finanziario.
Red. r

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Cronache delle Calabrie

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