Ven. Mar 29th, 2024

Un video su Facebook mostra il rapporto di vicinanza di Fabio Celia con Niko Gioffrè e Costantino Lionetti, finiti in carcere nell’ambito dell’operazione “Jonny”. Nelle immagini vengono mostrati i santini del candidato. Il luogotenente del clan: «Votatelo»

Uno dei candidati alla carica di consigliere comunale di Catanzaro era appoggiato da due presunti boss legati alla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. Si tratta di Fabio Celia, schierato nella lista “Fare per Catanzaro”, una delle civiche a supporto del candidato sindaco del centrosinistra alle amministrative del prossimo 11 giugno, Vincenzo Ciconte. Due video in diretta postati su Facebook dimostrano la vicinanza tra il candidato a Palazzo de’ Nobili e due presunti luogotenenti della cosca crotonese, Nicolino Gioffrè (detto “Niko”) e Costantino Lionetti, entrambi accusati di associazione mafiosa e finiti in carcere poche settimane fa nell’ambito dell’inchiesta “Jonny”, la maxioperazione che ha svelato gli interessi della clan Arena nel settore dell’accoglienza ai migranti e delle estorsioni.

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IL VIDEO I video riprendono Celia, Gioffrè e Lionetti in un ristorante, intenti a ballare e a cantare. Le immagini (le trovate in testa al servizio, opportunamente tagliate a tutela della privacy degli altri invitati) sono state poi postate lo scorso 7 maggio sul profilo Facebook di Gioffrè, circa una settimana prima degli arresti. Probabilmente è proprio lui a girare le immagini con il suo smartphone. L’atmosfera è di festa. Il primo video parte con uno zoom sul viso di Lionetti, che scherza davanti alla videocamera. In sala si ascolta ad alto volume una canzone di Massimo Ranieri, “Erba di casa mia”. Gioffrè fa qualche passo e mentre continua a registrare grida più volte «vota Celia». Poi si avvicina al tavolo dove sta seduto il candidato al consiglio comunale: «Assessore, qualcosa da dichiarare per la città di Catanzaro?». E Celia: «Un voto libero per tutti. Oggi non farti oscurare dal bisogno, il bisogno soffoca (intanto la persona che gli è accanto mostra il suo “santino” elettorale, ndr), si costruisce con la cultura». «Basta, che mi sto eccitando», risponde scherzoso Gioffrè.
Nel video ricompare Lionetti. Gioffrè allora molla lo smartphone e intona un’altra canzone di Ranieri, “Perdere l’amore”. Si sente un altro grido: «Viva l’assessore!», con Celia che mostra ancora una volta il suo santino. Infine, un primo piano di Gioffrè, che urla: «Vota Celia, vota Celia!».
In un secondo video si vedono diverse persone che ballano. Adesso canta anche Celia, che a un certo punto viene abbracciato da Lionetti. Una voce fuori campo, di nuovo: «Vota Celia!»; e Lionetti approva compiaciuto, ride e muove le mani in segno di condivisione. Il candidato al Consiglio adesso si cimenta in un freestyle sulle note della canzone: «Vota, vota, vota, vota Celia. Vota per cambiare…». C’è ancora tempo per il santino, che viene agitato davanti alla videocamera.

CHI È GIOFFRÈ Le mire della cosca Arena, secondo la Dda di Catanzaro, si sarebbero estese fino al capoluogo di regione, grazie ad alcuni fidati “colonnelli”. Il più importante dei quali sarebbe proprio Gioffrè, individuato dai vertici del clan di Isola quale «rappresentante» per il territorio di Catanzaro. Gioffrè, scrivono gli inquirenti nell’ordinanza di fermo, «è fra gli organizzatori del sodalizio perché dirige la cellula della consorteria operante sul territorio di Catanzaro e zone limitrofe, per il compimento dei delitti, tra cui le estorsioni, volti al controllo del territorio e all’assoggettamento delle vittime». Sarebbe stato proprio lui a ricevere e veicolare agli altri componenti del gruppo gli ordini della cosca Arena, «provvedendo ad attuarne i piani nel comprensorio catanzarese, riscuotendo, anche personalmente, i proventi estorsivi in nome e per conto della cosca». È inoltre considerato l’«organizzatore, talvolta esecutore, di delitti ricompresi nel programma del sodalizio criminale» ed è «attivo nella programmazione, delle strategie di espansione del sodalizio e nella preparazione di specifiche attività delittuose, ricomprese nel programma associativo, con l’ampio controllo del territorio, conservando ed esaltando l’operatività della cosca, nonché accrescendo la forza economica della medesima, onde rafforzarne la capacità di azione».
Anche Lionetti è considerato un elemento di rilievo della cosca, con compiti di controllo della zona Germaneto di Catanzaro. «Partecipa – è scritto nel provvedimento di fermo – ai summit di ‘ndrangheta per i quali mette a disposizione del sodalizio, quali luoghi di incontro, le villette in località Germaneto, in fase di ultimazione, dove egli ha in corso lo svolgimento dei relativi lavori, programmando anche le strategie di espansione del sodalizio e le specifiche attività delittuose».

Ciconte scarica Celia: «Si ritiri dalla corsa»

«In riferimento al video, apparso sui social network e ripreso da alcuni organi di informazione, prendo con forza e determinazione le distanze da quanto accaduto e invito il candidato Fabio Celia a valutare immediatamente l’opportunità di ritirare la candidatura». È quanto afferma il candidato a sindaco di Catanzaro Vincenzo Ciconte a poche ore dalla pubblicazione del servizio del Corriere della Calabria che ha raccontato le frequentazioni ambigue con due presunti boss del candidato al consiglio comunale per la lista “Fare per Catanzaro”, Fabio Celia.
«Sono distante anni luce da vicende del genere – aggiunge il candidato sindaco del centrosinistra –, perché il mio impegno politico è stato sempre improntato alla trasparenza, alla rettitudine e al pieno rispetto della legge. Non vogliamo alcun voto proveniente da ambienti criminali, il nostro impegno è finalizzato a che non ci siano ombre e opacità alcune nell’amministrazione che guiderò con il voto pulito e onesto dei cittadini catanzaresi».
MAGORNO: «PRIMA IL BENE DELLA COALIZIONE» Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno: «La vicenda relativa al video in cui compare un candidato al consiglio comunale di Catanzaro insieme a due presunti esponenti della criminalità organizzata – al di là di eventuali risvolti giudiziari – ci impone la necessità di preservare il profilo legalitario e di autentico civismo del progetto politico messo in campo dal candidato a sindaco Ciconte insieme al Pd e ad altre forze politiche. Ragion per cui, il Pd si augura che il candidato in questione intenda rinunciare al proprio impegno elettorale, per il bene della coalizione, al fine di evitare ogni possibile forma di speculazione politica, scacciare qualsiasi ombra e, infine, avere egli stesso la giusta serenità per chiarire la vicenda».
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