Ven. Mar 29th, 2024

Crepe, avvallamenti, strappi nel manto stradale nel Catanzarese. E una lunga storia di controlli troppo leggeri da parte della Regione. Il sistema del “General contractor” ha colpito ancora. Il prezzo lo pagano i calabresi

Continua dopo la pubblicità...


Calura
StoriaDiUnaCapinera
Testata
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

«L’amministrazione regionale (…) si riserva ogni necessaria iniziativa di controllo e di verifica delle esecuzioni delle opere e delle relative procedure». Undici anni fa nasceva il progetto della “nuova” statale 106. Un accordo di programma da 740 milioni siglato tra Anas e Regione Calabria. Poi, sei anni fa, l’inaugurazione di una strada che mostra già troppo evidenti i segni del tempo. Lo dimostrano le foto che vi proponiamo: avvallamenti, “strappi” nell’asfalto, vistose crepe che caratterizzano il tratto catanzarese di una strada che compare da trent’anni nei discorsi della politica, accompagnata da promesse mai davvero mantenute.

I (VECCHI) DUBBI SUL GENERAL CONTRACTOR La polvere del tempo ha coperto le dichiarazioni che l’allora presidente dell’Anas Ciucci rese alla Commissione del consiglio regionale per la Calabria, e non ha avuto sorte migliore l’interpellanza parlamentare promossa, come primo firmatario, dall’onorevole Giacomo Terranova nel lontano 2012. A quei tempi, in Parlamento, ci si interrogava sulle presunte gravi criticità emerse nel corso dei lavori di ammodernamento del sistema stradale e sulle responsabilità del “Contraente generale”, una figura voluta dall’ex Ministro Lunardi per l’affidamento delle grandi opere pubbliche. Lo ha dimostrato l’iter dei lavori (sia sulla Salerno-Reggio Calabria che sulla statale Jonica) e, a volte, lo hanno provato anche le inchieste della magistratura: quel sistema mostra crepe evidentissime, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello della tutela della legalità.

STRUMENTI DI TUTELA IGNORATI Eppure non sarebbero mancati gli strumenti di tutela a governo dello strapotere concesso al General contractor. Avrebbe potuto controllare Anas, alla quale la legge riserva l’alta sorveglianza e il controllo, ma di altrettanta autorità  dispone la Regione, proprio in virtù dell’atto di concessione sottoscritto con Anas e del ruolo di cofinanziatrice degli interventi, che le riservano ogni necessaria iniziativa di controllo e di verifica delle opere eseguite e delle relative procedure impiegate.
Eppure l’amministrazione regionale non ha mai esercitato questa prerogativa, neanche quando la nuova viabilità Jonica (in particolare quella del tratto Catanzarese) ha cominciato a manifestare chiari segni d’instabilità e invecchiamento precoce. Nessuna preoccupazione per le crepe o per gli avvallamenti. Così come nessuno ha pensato di fare luce quando, tra varianti approvate e lodi arbitrali liquidati in tempi da record, i costi e le somme stanziate sono cresciuti in modo esponenziale.

IL COLLAUDO Le spese, ovviamente, le pagano i calabresi. E resta il gigantesco punto interrogativo del mancato collaudo dell’opera. Un ritardo che fa riflettere, visto che si accompagna a frequenti interventi di rifacimento del tracciato. L’ultimo è legato al dissesto, avvenuto peraltro in assenza di piogge importanti, nei pressi dello svincolo di Borgia in direzione nord della 106 Catanzarese. Niente controlli da parte di Anas e Regione, rotture inattese del manto stradale: sembra un copione già scritto. Che, in passato, si è colorato di risvolti inquietanti.

(fonte Corriere della Calabria)

Print Friendly, PDF & Email

Di