Ven. Apr 19th, 2024

La vita di Rocco Gatto è stata presentata in una manifestazione presso l’Itc di Monasterace. Una giornata aperta dalla proiezione del docufilm della Rai “Senza fare un passo indietro” dedicato alla storia di Rocco Gatto, il mugnaio–orologiaio ucciso il 12 marzo 1977 per aver detto no alla mafia. Prima della proiezione del film, l’orchestra dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Monasterace diretta dal professore Fraietta ha intonato l’inno nazionale. Quindi il docufilm, una storia di vita vissuta raccontata attraverso immagini e personaggi dell’epoca dal parroco di paese don Natale Bianchi che prese le difese di Gatto, passando al capitano dei Carabinieri Niglio e al sindaco Modafferi, primo sindaco a costituirsi parte civile in un processo di mafia, che guidarono una stagione in cui lo Stato disse no a viva voce alla ndrangheta.
Il film documentario della regista Mancini ha raccontato tutte le battaglie civili che furono affrontate in quel periodo e quel duplice no di Gatto che gli portò prima un’intimidazione per non avere pagato il pizzo, e poi la morte per avere fatto i nomi di chi impedì nel novembre 1976 di far disputare il mercato rionale in ottemperanza ad una manifestazione di solidarietà nei confronti di un boss ucciso in un confronto a fuoco con i Carabinieri. Un docufilm che mostra immagini di una Gioiosa Jonica moderna e anche le intimidazioni subite dal primo cittadino attuale Salvatore Fuda, per impegni assente alla proiezione. Dopo la proiezione, la parola al tavolo dei relatori, introdotti da Cesare Deleo, sindaco di Monasterace, che nel ringraziare i ragazzi per l’attenzione, ha osservato come il film prodotto sia la migliore delle iniziative per sensibilizzare il pubblico giovanile sulla tematica della lotta alla mafia. Alberto Gatto, presidente dell’associazione Bird Production e nipote di Rocco, fornendo un esempio da lui vissuto di prevaricazione mafiosa, ha sottolineato come occorre saper mantenere la guardia nel combattere fenomeni di questo tipo.
Un ricordo commosso da parte di Gatto è arrivato dal dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Monasterace- Riace Giuseppina Liberata Leto che amaramente ha notato come oggi vi sia meno forza per combattere il fenomeno mafioso. Poi il saluto commosso ed emozionato di Francesco Gatto, fratello del mugnaio ucciso e l’intervento di Sandro Modafferi, figlio del sindaco dell’epoca, che oltre al padre, ha ricordato tutte le figure presenti nel docufilm che hanno dato risalto alle voci di dissenso alla mafia. Una bella disamina sulla figura di Gatto da parte Ilario Amendolia che ha rievocato quel periodo e quelle figure importanti sottolineando alcuni aspetti controversi, come l’abbandono dello Stato a Gatto che andava protetto subito dopo la sua testimonianza, ma anche il fatto che il fenomeno mafioso non si combatte con semplici parate, ma quando lo Stato e le istituzioni consentiranno alla nostra regione di uscire dalla sabbie mobili della disoccupazione e povertà sulla cui pelle si annidano gli interessi mafiosi.

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