Ven. Apr 19th, 2024

L’imprenditore e la moglie hanno ricevuto una busta con dentro pallettoni e una lettera intimidatoria. Libera: «Non li lasceremo soli»

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Nuove minacce di morte per Tiberio Bentivoglio e la moglie Enza. Gli imprenditori, che a Reggio Calabria gestiscono un negozio presidiato h24 dall’esercizio, hanno ricevuto una busta con dentro numerosi pallettoni di piombo e una lettera con minacce di morte scritte in dialetto calabrese. A dare notizia della nuova intimidazione ai danni del testimone di giustizia e della moglie è stato il coordinamento cittadino di Libera.
«Ieri – è scritto in una nota – a Tiberio ed Enza Bentivoglio, è stata recapitata una busta contenente numerosi pallettoni di piombo e una lettera con minacce di morte scritta in dialetto calabrese. È stata Enza, intorno alle ore 13, poco prima della chiusura del negozio situato sul Corso Vittorio Emanuele III, ad aprire la busta contenente l’ennesima gravissima minaccia. Parole dure, violente che ancora una volta hanno turbato la vita di Enza, Tiberio e dei loro cari. Frasi e oggetti simbolici che sono frutto di una logica mafiosa, perversa e criminale. Agli attimi di sconforto e smarrimento, assolutamente comprensibili, Tiberio ed Enza, hanno fatto seguire l’ennesima dettagliata e decisa denuncia. Libera insieme alla rete ReggioLiberaReggio, continueranno con determinazione  a condividere e sostenere concretamente la resistenza di Enza e Tiberio. Non li lasciamo soli, con corresponsabilità cammineremo insieme per la ricerca della verita’ e giustizia. Rinnoviamo la nostra gratitudine e fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine, della magistratura e degli uomini e donne delle istituzioni che in questi anni di lotta e di grande fatica hanno assicurato il loro prezioso servizio ai nostri amici e a tutta la comunità reggina e calabrese».
«Siamo certi – conclude il comunicato – che questo ulteriore tentativo di scoraggiare e intimidire la chiara scelta di vita di Enza e Tiberio fallirà come quelli precedenti.  Confidiamo nel coinvolgimento dei reggini onesti e liberi e nella loro scelta di sostenere con i fatti l’attività della Sanitaria SantElia. Solo così faremo capire ai criminali che la loro strategia è perdente e non ha futuro».

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