Gio. Apr 18th, 2024

Uno dei nodi da sciogliere tra soci e vescovo. Monsignor Renzo pensa anche a misure diverse dalla revoca del riconoscimento.

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Cosa succederà ? quali provvedimenti verranno adottati ? Dopo il “no”, a larghissima maggioranza, alle modifiche dello statuto proposte dal vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo, nella ormai famosa assemblea di sabato scorso, si attendono le decisioni che assumerà il presule dopo la data del 31 luglio prossimo. Tra queste, l’eventualità più drastica, di cui si vocifera con insistenza, è che venga revocato il riconoscimento della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” quale ente morale di religione e di culto. Ma non è da escludere – secondo alcune voci filtrate nelle ultime ore dagli ambienti ecclesiastici ma che al momento non hanno trovato alcuna conferma – che il pastore diocesano decida alla fine di optare per qualche altro tipo di provvedimento.

Voci insistenti che la dicono lunga sul clima di preoccupazione che serpeggia in questi giorni tra gli abitanti del luogo e tra i figli spirituali di Mamma Natuzza sparsi in ogni parte del mondo i quali temono che queste divisioni, se non appianate, finiranno con il rallentare, non solo l’iter della causa di beatificazione, ma anche l’opera stessa di Mamma Natuzza. A rischio di ulteriore rinvio anche l’apertura della grande chiesa, realizzata con le generose offerte dei fedeli, e che rappresenta il grande sogno di Fortunata Evolo. Il santuario mariano, dedicato al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime” è ormai completato e la gente aspetta impaziente di conoscere a data di apertura al culto.

E’ chiaro, però, che, se non prima verrà definita la controversia sulla modifica del regolamento tra la fondazione e la curia vescovile, la sua apertura al culto non potrà avvenire.

Una delle modifiche dello statuto proposto dal vescovo Renzo riguarda proprio il luogo di culto. Nel punto in questione si legge che la cura e la gestione delle chiesa “sotto forma di rettoria” saranno “di esclusiva pertinenza della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea regolarmente tramite la stipula di un disciplinare tra le parti in forma pubblica per notaio”, ma che “la proprietà e la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero complesso restano in ogni caso alla fondazione”.

Una soluzione, tra i nove articoli di cui si chiedeva la modifica, che l’assemblea dei soci non ha accettato. Una delle ragioni della discordia tra il vescovo e la fondazione.

(fonte Gazzetta del Sud)

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