Gio. Apr 18th, 2024

Per la maggior parte di noi calabresi la speranza di trovare un lavoro è da sempre legata alla disponibilità alla migrazione.

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Una di quelle rare volte che un imprenditore compie la scelta di investire nella nostra terra e lo fa individuando il territorio certamente più svantaggiato, la locride, assistiamo che questi imprenditori vengono lasciati soli anche da chi ha l’obbligo morale e civile di dare una speranza, un reddito ai giovani calabresi.

Sono troppe le aziende che per il tramite dell’ottimo lavoro svolto dalla proprietà e dal management di Call&Call (attiva nel settore del call center) hanno utilizzato il lavoro dei calabresi per avviare le loro massive campagne promozionali e di fidelizzazione clienti che hanno garantito loro grandi profitti lasciando a Call&Call ed ai calabresi solo poche briciole.

Oggi l’ennesima azienda decide di lasciare senza lavoro 129 donne e uomini calabresi senza, al momento, esplicitarne le ragioni.

Penso sia giunto il momento della responsabilità da parte di tutti. Di noi sindacati, dei cittadini calabresi e, non da ultime, delle istituzioni.

Oggi Engie (l’azienda che intende lasciare Locri) percepisce cospicue somme di denaro per attività svolte sul territorio italiano per conto del Ministero dell’Interno e del Ministero dello Sviluppo Economico.

Penso sia indispensabile che le richieste di mantenimento dei livelli occupazionali debba essere promosso non solo dai perdenti posto e dai loro delegati sindacali ma in primis da chi ha in mano la leva economica del Paese e della Regione.

La Calabria non può più essere terreno di conquista in occasione di agevolazioni occupazionali (spesso elargite senza nessuna valutazione sulla durata effettiva del beneficio introdotto) per poi essere lasciata al suo destino senza che nessuno ne porti la responsabilità.

Certamente per i lavoratori di Locri sarà un estate calda ma sappiano le aziende e le istituzioni che lo scotto di questa ulteriore probabile beffa, se non disinnescata, ricadrà su tutti e non solo su di noi lavoratori e sindacalisti, stanchi delle continue privazioni, occupazionali, economiche e sociali frutto di un secolo di sfruttamento del lavoro dei calabresi.

 

Fabio Guerriero

Segretario Regionale Generale

UIL COM Calabria

 

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