Gio. Apr 25th, 2024

Processo al via l’ 11 ottobre. Oliverio “Saremo a fianco della vittima minorenne, non la lasceremo sola”

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Dopo il Comune, anche la Regione Calabria ha deliberato a costituzione di parte civile nel processo al “branco” di Melito Porto Salvo. In sette dovranno difendersi dalla grave accusa di aver abusato sessualmente di una ragazzina di 13 anni. L’ 11 ottobre, prima udienza davanti al Tribunale di Reggio Calabria, alla sbarra ci saranno Giovanni Iamonte, 31 anni, Davide Schimizzi, 23, Pasquale Principato, 23, Lorenzo Tripodi, 22, Daniele Benedetto, 22 e Michele Nucera, 23 anni. Dovranno rispondere, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata aggravata, lesioni personali aggravati e atti persecutori aggravati e atti persecutori. Il loro rinvio a giudizio è stato disposto nei giorni scorsi, dal gup Domenico Santoro. Nel procedimento è implicato anche un minorenne, mentre un altro ragazzo, Mario Antonio Pitasi, risponde di favoreggiamento.

Le indagini sugli orrori venuti alla luce a Melito furono condotte dai carabinieri della compagnia locale sotto le direttive del capitano Gianluca Piccione, con il coordinamento dei sostituti procuratori Francesco Ponzetta e Massimo Baraldo e del procuratore aggiunto Gaetano Paci. “La Regione – ha detto ieri il governatore Mario Oliverio – si costituirà parte civile nel processo contro il “branco” di Melito, rinviato a giudizio per la violenza di gruppo su una minorenne che tanto ha scosso gli animi lo scorso settembre. L’enorme reazione di indignazione dei calabresi, sfociata nella manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne, organizzata per mia volontà il 21 ottobre successivo a Reggio – ha aggiunto – con la partecipazione della presidente della Camera Laura Boldrini, della ministra Maria Elena Boschi e della presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, ha visto decine di migliaia di donne, studenti, cittadini dire no alla violenza e alla ‘ndrangheta”. Adesso, ha concluso il governatore, “è arrivato il momento di schierarsi accanto alla vittima nel processo, per non farla sentire sola”.

(fonte Gazzetta del Sud)

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