Gio. Apr 18th, 2024

“Sì all’accoglienza, ma nel rispetto delle regole e della legalità” 

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Cinquefrondi – Giornate come ieri ti segnano, ti sconvolgono emotivamente ed umanamente, ma non posso impedire alla razionalità di gestire pensieri ed azioni. Aver scelto, con coraggio, di essere “Comune dei Diritti” significa dover gestire anche situazioni a volte spiacevoli e molto delicate.

Premessa essenziale è che per garantire uguali diritti a tutte e tutti bisogna allo stesso tempo che tutte e tutti rispettino i doveri e le regole, anche in questo caso senza distinzione alcuna di sesso, nazionalità e religione. Partendo da questa premessa non ho alcuna difficoltà a definire il comportamento del signor Omorogbe come criminale e quindi da condannare. Non c’è e non ci può essere alcuna difesa per chi usa violenza e per chi pretende ciò che non gli spetta.

Non ho esitato un attimo a denunciarlo alle forze dell’ordine, così come già in passato ne avevo segnalato il comportamento scorretto chiedendo espressamente a tutte le autorità competenti che venisse allontanato. L’azione del signor Omorogbe nei miei confronti, è stata conseguenziale proprio ai miei rifiuti ed alla mia durezza nel respingere richieste pretestuose e il suo reiterato comportamento scorretto.

Con l’occasione, chiedo che i progetti territoriali vengano tutelati dalle istituzioni superiori, anche attraverso una seria valutazione preventiva dei soggetti che avrebbero diritto a beneficiare dei servizi dell’accoglienza. Essere antirazzista non significa e non deve significare difendere “tutto” ciò che viene compiuto, ma, dal mio punto di vista, l’esatto contrario. Bisogna condannare in modo fermo e forte ogni atteggiamento scorretto, che danneggia gli altri immigrati divenendo “mezzo” di speculazioni e di “facile” generalizzazioni, inficiando l’intero progetto di accoglienza che al contrario sta dando grandi risultati.

Condanno, pertanto, con tutte le mie forze quanto accaduto ieri nei miei confronti e nei confronti delle forze dell’ordine, alle quali esprimo la mia solidarietà ed il mio ringraziamento. Ritengo, inoltre, ripugnante che si sia utilizzato una bambina innocente come “scudo”, gesto che ha e non poco scosso la mia sensibilità e quella dei presenti. Non ci sono e non ci possono essere giustificazioni per fatti del genere ed è per questo che tutelerò in tutte le sedi opportune la mia figura, quella delle forze dell’ordine e principalmente quella della mia comunità e degli stessi bambini.

Non accetterò mai alcuna forma di sopraffazione e di violenza da parte di nessuno e combatterò contro chiunque la pratichi. Per essere chiaro, non ho e non avrò difficoltà a definire “criminale” un immigrato ma allo stesso tempo non accetto e non accetterò tentativi di speculazione e di generalizzazione anche perché nella nostra comunità sono stati accolti altri immigrati che non solo non hanno mai creato alcun problema, ma sono perfettamente integrati nella nostra società. Auspico che questo spiacevole, quanto isolato, episodio non infici quanto di buono fino ad oggi è stato fatto in sinergia anche con le altre istituzioni presenti come la scuola, la parrocchia e le associazioni.

Il Sindaco
Michele Conia

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