Gio. Mar 28th, 2024
Foto: Fabio Blaco

“Alla ‘ndrangheta.. vogliono mettere in piedi a San Luca. Volevano fare la cosa tipo mafioso. San Luca a Milano.. Al Nord”. E’ uno stralcio di un’intercettazione ambientale riportata nell’ordinanza di custodia cautelare a firma della gip di Monza Pierangela Renda nell’ambito della maxi indagine che si è conclusa ieri con 27 misure cautelari, di cui 21 in carcere, eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Milano. La conversazione è tra Massimo Sculli e Rosario Sarcone, considerati dagli investigatori tra i principali punti di riferimento della mafia calabrese a Seregno. Un rulo cruciale, e schock, rivestono infatti porprio le intercettazioni effettuate dalle cimici delle forze dell’ordine. Fanno scalpore quelle del sindaco di Seregno Edoardo Mazza ai domiciliari con l’accusa di corruzione, intercettato alla fine di luglio 2015, mentre parlava al telefono con il costruttore Antonio Lugarà, anche lui in cella. Mazza avrebbe assicurato il proprio intervento per far ottenere all’imprenditore il via libera per edificare un centro commerciale, in cambio di un pacchetto di voti per l’elezione del giugno precedente a primo cittadino. Oltre alla corruzione, al centro delle indagini anche traffico di droga ed estorsioni. Tra gli arrestati, è spuntata anche una “talpa” all’interno della Procura di Monza. Un addetto alla sezione definizione affari semplici è infatti ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento personale per avere, tra le altre cose, rivelato nel febbraio 2016 al costruttore Lugarà, “il quale si faceva poi parte attiva nel comunicarlo ai diretti interessati, oltre all’iscrizione nel registro degli indagati, anche l’esistenza di attività di intercettazioni a loro carico, avvertendoli di prestare attenzione nel corso delle conversazioni telefoniche”.

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ALESSANDRA BEVILACQUA|redazione@telemia.it

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