di Franco Blefari
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La festa di Polsi…somiglia a una festa dionisiaca dove si va come a una scampagnata suii monti, e si mangia e si prega anche un poco, e con fervore, ma soprattutto si danza. Il ballo ( della tarantella nds ) è la caratteristica più spiccata della solennità, scriveva Francesco Perri, nel suo libro “Emigranti” del 1928….Sotto ogni noce, una zampogna o una fisarmonica – continua lo scrittore di Careri – fanno circolo. Intorno si dispongono dei pellegrini, uomini e donne, scelgono un mastro di ballo, uno cioè che guidi la danza – la quale ha le sue leggi e le sue regole cavalleresche che possono condurre al sangue in un attimo – e si mettono a danzare con un ritmo orgiastico, sventolando le mani e le braccia, i capelli, i fazzoletti istoriati con versi amorosi, gittando dei gridi gutturali acutissimi, come squittire di bestie selvatiche >>.In questo vortice di passioni ancestrali, Pietro Blefari, appena tornato dall’America, viene ucciso in duello dal rivale in amore Bruno Ceravolo, che insidiava la sua Vittoria, dopo averla rivista, e baciata, durante la festa della Madonna della Montagna, mentre, bella e seducente, ballava la tarantella in un vortice di passioni e desideri primordiali.L’altro simbolo della festa è la capra, le cui carne si può gustare solo a Polsi in tutta la sua primitiva purezza, piatto forte di tante comunità che vengono da tutta la Calabria, e anche da fuori, per banchettare con la carne di questo animale che, dalla notte dei tempi, era il piatto più richiesto delle grandi adunate popolari, ma anche, e soprattutto.dei summit di quella che certa letteratura del secolo scorso chiamava Onorata Società. Il mio ricordo indelebile di quando andavo ( a piedi ) da bambino e dormivo in un pagliaio di canne e felci, il valloncello sotto il santuario che si dipingeva di rosso per le interiora delle capre che venivano lavate ad ogni angolo di strada, gli spari di festa che laceravano la notte aspromontana, e il suono dell’organetto che, con la tarantella, accarezzava il cuore degli uomini semplici di una volta.
