Ven. Apr 19th, 2024

Caro studente,

No, non voglio quest’anno parlarti di scuola. Le ore scolastiche le conosci meglio di me. Eppure la ripresa della scuola dà una scossa al ritmo quotidiano. L’estate se ne va. E con essa la stagione rovente, che – per mano assassina – ha ridotto in cenere tanti nostri boschi. Si ritorna tra i banchi. La solita campanella. Quell’aula sempre uguale. Scorre tra i titoli, di nuova pubblicazione, un testo che m’incuriosisce “I banchi sono uguali” di Christian Raimo, edito da Einaudi. Con un sottotitolo apparentemente provocatorio “La scuola e l’uguaglianza che non c’è”. Ma non voglio soffermarmi su questo tema: s’invoca uguaglianza anche quando si favoriscono le disuguaglianze. Mi piace una scuola che aiuta a cogliere (e accogliere) le differenze. Una scuola multicolore. Ove ogni colore, essenziale, forma un arcobaleno. Una varietà di colori, che lascia intatta la bellezza di ognuno di essi. C’è il bianco, il nero, il bruno nella nostra scuola. Tutti uniti in spazi da condividere e amare. Che siano adeguati alle norme della sicurezza e alle esigenze della scuola, non sacrificati ad interessi e speculazioni di altro genere. Spazi belli di vita e di cultura, che ti accolgano nel corso dell’anno che passa. Forse troppo velocemente. E ti pongono interrogativi sulla vita, sul passato e sul futuro, insieme a chi ti domanda il perché dei tuoi sogni e delle tue attese. E tu cerchi una ragione su tutto. Con quale interesse? “Mi interessa”, “non mi interessa”… Quante volte te lo chiederai! Sarai mosso dall’istinto dell’interessante, da ciò che ti attrae e ti affascina, che ti porterà a percepire se quell’attività scolastica suscita vero interesse. E’ questo – io credo – il vero nodo dell’educazione: l’interesse. L’alternativa è la noia nel fare qualcosa che non ti fa crescere. L’interesse non è frutto di social network e dell’iPhone di ultima generazione, ma la conseguenza del fatto che gli oggetti che si presentano alla tua attenzione hanno ragione di bene, di vero e di bello.

Carissimo, sii attratto dalla realtà non per gli effetti speciali, ma per quelle tre cose che ti fanno vivere: verità, bene, bellezza. Non serve una scuola passatempo, ma una scuola interessante. A 70 anni dalla Costituzione. Quella Carta, conquista di civiltà, che ha segnato una storia meravigliosa di progresso civile, di coesione sociale e di sviluppo. Su quella Carta i diritti inviolabili dell’uomo, i suoi doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, la pari dignità e l’uguaglianza al di là di ogni discriminazione. Prova a leggerla: sarà una lettura che indicherà la via da seguire. Per essere popolo e nazione vera, ove il Sud cammina insieme al Nord ed il Nord guarda con simpatia al Sud. A scuola proverai il gusto della ricerca, dello stare insieme, del dialogo e dell’incontro che renderà il tuo tempo palestra di umanità.

E allora buon anno scolastico. Sia per te e per tutti un’esperienza bella e coinvolgente da vivere con intelligenza, impegno e partecipazione!

Locri 13 settembre 2017

X Francesco Oliva, vescovo

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