Mar. Mar 19th, 2024

Il presidente della commissione Lavoro alla Camera dei deputati, Cesare Damiano, è intervenuto alla DemSchool di Cosenza organizzata dal consigliere regionale Carlo Guccione. «Bisogna cambiare il sistema degli incentivi». Enzo Damiano: «Facciamo autocritica, anche noi abbiamo contribuito a costruire queste cattedrali nel deserto»

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Sui tavoli della sala della DemSchool organizzata da Carlo Guccione, l’uomo del ministro Andrea Orlando in Calabria, sono sistemate delle etichette: coraggio, passione, sacrificio. Tanti valori quanti sono i tavoli. Intorno, seduti in modo ordinato, i partecipati: una cartella rossa, una penna e fogli per gli appunti tutti griffati DemShool. A parte un dossier con le attività dei due giorni. Innovazione, lavoro, libertà. Un gioco dialettico tra i valori sistemati sul tavolo e quelli dentro la cartellina. Badge con un laccio rosso identificano lo staff dagli auditori. Carlo Guccione accompagna il dem Cesare Damiano al suo posto, poi si sistema in platea mentre Enzo Damiano che chiarisce fin da subito che non ci sono gradi di parentela ma solo stima fraterna, introduce i temi. Disoccupazione e lavoro e del mezzogiorno. Come trasformare la Calabria da fanalino di coda della locomotiva chiamata Italia almeno in un vagone centrale. Sviluppo e crescita considerati non più come concetti indissolubili ma concetti separati. «Dobbiamo fare autocritica – dice Enzo Damiano – anche noi abbiamo contribuito su questi temi a creare delle cattedrali nel deserto».

IL LAVORO LIQUIDO Come la società di Bauman. Cesare Damiano presidente della commissione lavoro della Camera dei deputati, parte dalla concezione del filosofo per introdurre il tema sul lavoro. Non più le otto ore lavorative, l’impiegato in ufficio ma gli impatti della digitalizzazione sul mondo del lavoro. «Nel lavoro liquido bisogna necessariamente introdurre degli standard non solo di retribuzione ma anche di prestazione. Dobbiamo tenere in considerazione non solo la posizione degli occupati nel pubblico impiego ma anche la posizione dei liberi professionisti. Se non introduciamo l’equo compenso alimenteremo una guerra a ribasso tra i poveri. Insomma – continua Damiano -, è inaccettabile che i precari nel centro dell’impiego spiegano come avere un contratto a tempo indeterminato». «La crescita occupazionale è andata al di là di ciò che immaginavamo ma siamo sempre al terz’ultimo posto in Europa. Dobbiamo – ha spiegato Damiano – favorire la crescita, aumentare gli incentivi per le assunzioni e puntare sulla modifica del sistema pensionistico, rimandare la decisione dell’aumento dell’età pensionistica. Inoltre il capitalismo finanziario delle grandi multinazionali e delle banche, ha assunto come logica quella del massimo ribasso negli appalti e nelle retribuzioni e nel pagare i liberi professionisti e tutto questo va cambiato». «È vero che non dobbiamo solo guardare alla quantità ma alla qualità delle assunzioni, che sono purtroppo a larghissima maggioranza a termine, precarie. La qualità non c’è ancora».
Essere o non essere, alla shakesperiana domanda guardando la platea Enzo Damiano risponde in modo secco: «Se sapete di meritare chiedete. Rinunciate a chi vi chiede di dire “sì” soprattutto se ve lo chiedono nell’ambito di un partito politico». L’ex ministro del lavoro cita i suoi maestri, l’esperienza come sindacalista della Cgil e l’impegno per la politica. Poi fa autocritica in modo schietto. «La sinistra negli ultimi 40 anni non è stata in grado di imporre un pensiero alternativo a quello della destra. Ormai parliamo sotto voce di principi fondamentali come uguaglianze e di libertà. Se la sinistra non ritorna tra tutti perde la sua credibilità. Torniamo e parliamo ai poveri agli ultimi abbandoniamo i salotti della finanza e ritornare a fare la lotta di classe. Cosi siamo un partito senza orizzonte, senza anima». Enzo Damiano, piemontese ma da sempre vicino al sud, si definisce l’ultimo comunista monarchico. Ci scherza poi ritorna alla sua impostazione classica di scuola comunista di Enrico Berlinguer: «L’ideologia è un contenitore di valori, adesso mi sento che abbandonando le ideologie abbiamo abbandonato anche i valori».

A.A.A. LAVORO CERCASI Sud e lavoro. Gli interventi di chi ha accompagnato la visita di Enzo Damiano in Calabria non potevano essere altri. «La desertificazione industriale del sud e le generali condizioni di arretratezza – dice Pino Soriero del comitato di presidenza dello Svimez – adesso devono fare i conti con la voglia secessionista delle regioni del nord. Bisogna fare attenzione, perché è un fenomeno da tenere in considerazione anche perché si ricomincia a sottolineare troppo la differenza tra Nord e Sud. L’Istat dice che il Pil al sud cresce dello 1,1% non è tanto ma non è neanche immobile». Nella provincia di Cosenza i contratti di lavoro per impiegati nei call center è tra le più alte in Italia. Circa 4mila stipendi è il dato fornito da Fabio Guerriero, segretario generale Uilcom, ma c’è chi ai contratti di telemarketing e assistenza non ci sta. «La migrazione è strettamente correlata a lavoro, solo in pochi migrano per vivere meglio. Andarsene per cercare lavoro – aggiunge Fabio Guerriero – è la negazione della dignità. La politica è inadeguata a percepire il bisogno di innovazione e di crescita. E non si crea neanche un posto di lavoro perché i finanziamenti non vengono sfruttati nel modo giusto. Ci sono anche politici di Cosenza che pensano che questo problema si possa risolvere con gli investimenti nei lavori pubblici, questi arricchiscono solo ’ndrangeta e imprenditori. Sul punto è intervenuto anche Raffaele Mammoliti segretario generale della Cgil di Catanzaro. «Anche la nostra sigla sindacale deve dare il suo contributo. Non possiamo fare più corsi di formazione per parrucchieri. Il mercato di lavoro ci chiede altro, dobbiamo necessariamente sviluppare delle strategie di investimento che consentano l’ingresso nel lavoro».

STUDENTI E CENTRO PER L’IMPIEGO I centri per l’impiego e le opportunità di lavoro. Chi chiede e chi offre, qualche accusa a cui Giovanni Cuconato, direttore del centro per l’impiego di Cosenza, risponde a tono: «Sia io che gli altri dipendenti ci mettiamo sempre la faccia. La riforma delle provincie per il nostro settore è stata una cosa assolutamente sbagliata. Siamo nella rete Anpal ma non posso non sottolineare come la regione sia entrata in questa rete soltanto il 26 luglio. Lavoriamo in condizioni senza toner o carta». Anche gli studenti rappresentati da Gregorio Crudo scrivono la parola presenti nel registro. «La vicinanza delle istituzioni sarà tale solo nel momento in cui finalmente chi esce dall’università non si sentirà più senza competenze. Quando finalmente nel terzo settore si lavorerà per creare delle figure che possano inserirsi nel mondo del lavoro. Gli stage senza futuro non servono»

(fonte corriere della calabria)

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