Ven. Apr 19th, 2024

Doveva essere un accordo pilota che avrebbe accorciato i tempi di pagamento delle indennità ai tirocinanti, ex mobilità in deroga negli enti locali e imprese. E, invece, un “cortocircuito” fra ministero del Lavoro, Inps e Regione Calabria ha mandato in tilt 6.700 lavoratori calabresi che da mesi attendono il loro assegno da 800 euro lordi. Tutta colpa di una burocrazia ostile che ha impiegato nove mesi a far partire i tirocini. E ancora ad oggi non se ne parla per i pagamenti dovuti da effettuare con fondi già presenti nelle casse della Regione, ma stanziati a favore dei sussidi di disoccupazione. Per i lavoratori calabresi si tratta di un periodo lunghissimo, assolutamente surreale per il mondo delle imprese private. Il ministero scarica sulla Regione la responsabilità per i ritardi nei pagamenti causati dall’assenza di una banca dati locale degli ex mobilità in deroga. Ma per l’ente guidato da Mario Oliviero, la colpa è invece delle “incertezze” del ministero e dalla lentezza della Corte dei conti.

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A parole sono tutti operativi, ma in realtà la macchina amministrativa ha funzionato a singhiozzo e a farne le spese sono stati i lavoratori.

 

E in attesa dei pagamenti, a dicembre terminano i sei mesi di tirocinio. Molti sindaci si stanno mobilitando per chiedere alla Regione Calabria la proroga.

I Comuni insistono in questi giorni con il presidente Mario Oliverio per denunciare la carenza del personale negli enti perché conceda il rinnovo del tirocini finalizzato a consentire ai lavoratori un reinserimento nel mondo del lavoro acquisendo nuove esperienze e competenze.

Grazie ai tirocinanti, la maggior parte dei Comuni calabresi hanno potuto garantire l’erogazione dei servizi pubblici più essenziali e l’attuazione di programmi in vari settori, dalla manutenzione di edifici pubblici alla cura del verde, l’assistenza ai soggetti deboli e l’ausilio amministrativo negli uffici.

Lo sforzo estremo di quasi tutti i Comuni è reso ancora più difficoltoso, oltre che dalla gravissima carenza di personale in servizio, anche dalla insostenibile carenza di risorse finanziarie derivante dai continui tagli nei trasferimenti erariali e dei sempre più stringenti vincoli di spesa imposti anche ai piccoli comuni.

Consentire una proroga significherebbe un vantaggio ai fini della gestione degli uffici e dei servizi, in quanto si tratta di soggetti già formati e che hanno pienamente acquisito le competenze utili all’espletamento delle loro funzioni.


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