Mar. Apr 16th, 2024

Alla Chiesa Matrice celebrato anche il mezzo secolo di professione di suor Barbara Giuffrida

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Nella ricorrenza di Tutti i Santi, mons. Francesco Oliva, vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, ha conferito il ministero dell’accolitato ai tre laici roccellesi Antonio Cavallaro, Antonio Cordì e Giuseppe Caccamo e celebrato il 50. anniversario della professione religiosa di suor Barbara Giuffrida delle Apostole della Sacra Famiglia. Ad affiancare il presule nel presiedere la celebrazione eucaristica, in una chiesa matrice gremita, vi erano il parroco don Francesco Carlino, il vice parrocco don Gianluca Gerace, il diacono don Renato Carè e altri presbiteri diocesani.
Mons. Oliva, nella sua omelia, ha preso spunto dalla festa di Ognissanti e dal vangelo delle Beatitudini per offrire alcune considerazioni “sul senso del nostro esistere e la chiamata alla sanitità quale vocazione universlae che porta alla piena realizzazione di sè”, ponendo l’accento sulla necessità di “considerare la vita del mondo quale realtà di comunione che unisce le creature fra di loro e con il creato, la casa comune in cui siamo inseriti”. “Dobbiamo sentirci parte di questa grande comunione che ci unisce anche ai santi e sforzarci di vivere le beatitudini – ha aggiunto – se vogliamo un mondo più bello sfuggendo la tentazione di sentirsi atomi e di separrsi dagli altri: nessuno può star bene da solo”.
Nel rivolgersi ai tre accolti, il cui compito sarà quello di curare il servizio dell’altare, il vescovo ha offerto loro due indicatori per il loro ministero: lodare il Signore e servire con amore. Mons. Oliva ha poi ringraziato suor Barbara, religiosa siciliana di Biancavilla (Catania), da sette anni in servizio presso l’Istituto Sacra Famiglia, che ha rinnovato i voti nel 50. della sua consacrazione e le augurato che “essa sia sempre più ricca di gioia e amore”. E seguito il rito del conferimento dell’accolitato ai tre laici durante il quale il vescovo li ha esortati “ad amare il corpo mistico del Cristo che il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi”.

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