Quando fu inaugurato, nel 1991, presi dall’ammirazione per una struttura che all’epoca poteva dirsi d’avanguardia, nessuno poteva credere che da lì a vent’anni il PalaPentimele potesse ridursi ad un tale “rudere” (e perdonatemi l’iperbole). Forse avrebbero potuto farlo solo i più accorti, i più lungimiranti, quelli abituati a ragionare per lunghi periodi, quelli che conoscevano la storia dell’Italia, in particolare della Calabria, e sapevano che qui da noi le cose si lasciano marcire. Si veda per conferma la “Fiera Agrumaria” dirimpetto.
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Il PalaPentimele, com’è noto, ha una storia travagliata, piena di gioie e dolori, è stato teatro di grandi imprese sportive come di vere e proprie tragedie. Il PalaPentimele ha rappresentato la ribalta di campionissimi come Ginobili; ha ospitato le gesta di grandi come Volkov e Garrett tra gli altri. Ha visto esibirsi stelle dello spettacolo nostrano ed internazionale. Insomma, si tratta di una struttura strategica, il centro nevralgico, il “cuore pulsante” dell’agonizzante sport reggino. È la casa della Viola Reggio Calabria, è un pezzo di storia del basket! Di Storia, sia chiaro, non d’antiquariato!
Eppure, a partire dal novembre 2014, ovvero da quando la struttura è stata riconsegnata dopo i lavori di ristrutturazione e la Viola è tornata a giocarci, il Palazzo non ha mai riacquistato lo splendore di un tempo, quando veniva riempito in ogni ordine di posto, quando i punti di ristoro erano tutti aperti e c’era la fila per acquistare, quando i servizi igienici non erano paludi infestate da ogni sorta di contagio.
In questi tre anni, al contrario, non è stato infrequente che la struttura accusasse problemi con l’impianto elettrico, black out, ecc.. Il tabellone centrale è solo parzialmente funzionante, mentre assolutamente costante è l’indegnità dei servizi igienici.
Ieri, ad esempio, ha avuto luogo l’undicesima partita del campionato di A2 tra la Metextra Viola e la Mens Sana Siena, vinta da quest’ultima. Si direbbe un evento sportivo piuttosto rilevante, ragion per cui dovrebbero essere garantiti i massimi requisiti di agibilità e sicurezza. Malgrado ciò, l’ingresso Ovest, che da sull’arteria principale di Pentimele, causa infiltrazioni annose più volte evidenziate, risulta totalmente allagato e non accessibile; così come ormai da tempo restano chiusi i punti di ristoro di quell’ala del Palazzo e non accessibili sono quattro degli otto bagni a disposizione del pubblico. È forse questo, insieme alla disaffezione dovuto agli scarsi risultati, il motivo per il quale il pubblico latita sempre di più e sempre di più gli spalti restano desolatamente vuoti!? E perfino la “Curva Massimo Rappoccio”, nonostante il tentativo disperato di rilanciarla con una campagna di promozione, sembra l’ombra muta di ciò che è stata.
È evidente che nella fattispecie la società “Viola Reggio Calabria” non ha responsabilità ufficiali, se non quella di pretendere – a fronte di un lauto esborso per la fruizione della struttura – che il comune adempia alle proprie competenze circa la manutenzione ordinaria e straordinaria della stessa.