Gio. Apr 18th, 2024

Hanno destato notevole scalpore, nel corso dell’ultimo consiglio comunale durante il quale si è dimesso ufficialmente il consigliere Giorgio Ruso destinatario di un atto intimidatorio, le dichiarazioni del sindaco Pietro Fuda che ha addebitato senza mezzi termini la lettera minatoria come uno strumento indirizzato a colpire lui stesso e la sua amministrazione. Lo ha fatto al termine del dibattito che ha caratterizzato la seduta consiliare invitando, peraltro, Giorgio Ruso a riflettere sulla sua decisioni di dimettersi. In pratica Fuda ha espresso la convinzione che esista una regia occulta che sta manovrando contro l’amministrazione comunale. Una considerazione fatta anche dal presiodente del consiglio comunale Paolo Fragomeni ad inizio di seduta anche se in maniera piu’ generalizzata affermando che l’intero consiglio comunale è sulla stessa barca che “se affonda fa affondare tutti”. Un tema ripreso, peraltro, anche da Pietro Sgarlato (tra i soggetti citati nella lettera di minacce a Ruso) , che ha affermato che le dimissioni di Ruso sono “ una sconfitta per tutta la città di Siderno “ perché “Il tentativo di condizionamento delle istituzioni è riuscito”. Abbastanza “politico” è stato, poi, il messaggio inviato da Mariateresa Fragomeni ( anche lei tra i soggetti citati nella lettera minatoria assente alla seduta per motivi familiari) che ha scritto che l’aspetto che trova gravissimo in tutta la vicenda “. è l’idea di fondo che viene veicolata in giro” ovvero che la lettera minatoria recapitata a Giorgio Ruso “ripropone in chiave di minaccia gli insuccessi, i desideri inadempiuti e le promesse non mantenute da questa amministrazione che sarebbero da addebitare alle forze di opposizione e di minoranza” precisando che “L’opposizione (o la minoranza) esistono in qualunque forma di governo democratico e fisiologicamente stanno lì per vigilare, non possono fare altro se non esercitare quella funzione e se così non fosse ci troveremmo in una dittatura”. Dopo aver ribadito la sua solidarietà al consigliere dimissionario Maria Teresa Fragomeni ha affermato “ come cittadina, prima ancora che come politico” di essere amareggiata per “ dover constatare che il clima di tensione e di bugie che qualcuno ha creato per mascherare la propria incapacità, sia arrivato ad un punto tale da “non rendere sereni” quanti, in fin dei conti, stanno svolgendo un ruolo che è l’essenza stessa della democrazia partecipativa”. Nella parte finale la considerazione che “ Come segretario e leader di un gruppo politico però, dico chiaramente che il Partito Democratico non si lascerà intimorire da chi, col proprio comportamento folle, oltre che criminale, ha forse dato quella spinta definitiva ad una intera comunità che ora rischia di nuovo, purtroppo, di sprofondare nelle sabbie mobili di un nuovo commissariamento”. Quanto, poi, a Giorgio Ruso che malgrado le unanimi considerazione di stima e di apprezzamento ricevute durante la seduta consiliare ha confermato senza tentennamenti le sue dimissioni giusto riconoscere che la sua decisione , seppure sofferta, è maturata dopo una attenta riflessione all’interno della quale ha anche pesato il precedente atto intimidatorio di cui era rimasto vittima ovvero l’incendio della sua autovettura di quasi un anno addietro: “L’ impegno politico – ha detto – richiede razionalità e saggezza, virtù rare che senza la giusta tranquillità e pace interiore sono difficili da esprimere” Da qui i ringraziamenti a tutti i cittadini che attraverso il loro sostegno elettorale gli avevano dato la possibilità di essere eletto e a tutti gli amici, i sostenitori, e i simpatizzanti del Partito democratico ma anche la conferma delle dimissioni anche se – ha precisato – “ continuerò a seguire con assiduità i lavori del civico consesso e continuerò a fare la mia parte con passione sociale e fervore disinteressato con il solo scopo del benessere collettivo”. A conclusione del suo intervento anche un appello indirizzato ad una società “civile” che deve avere “il preciso dovere di aiutare chi soffre e chi si trova in difficoltà e la politica debba occuparsi altruisticamente dei problemi di tutti senza affarismi o interessi di bottega. Se saprete fare questo – ha detto rivolto al consiglio comunale – sono convinto che anche gli scettici e tutti coloro che non credono più in niente poiché scoraggiati da una classe politica che troppo spesso ha dimenticato la propria “mission” si riavvicineranno alla vita sociale attiva e inizieranno ad avere un’idea diversa e positiva della politica “. Da segnalare che la seduta consiliare dopo il lungo dibattito che ha caratterizzato l’abbandono di Giorgio Ruso ha affrontato ed approvato a maggioranza i due argomenti previsti all’ordine del giorno ovvero una modifica al regolamento di utilizzo dei beni immobili pubblici e la destinazione di una parte dell’ immobile della Scuola di contrada Lamia al patrimonio disponibile dell’ Ente al fine di creare un ” Centro diurno per disabili”.
Aristide Bava
SIDERNO – Hanno destato notevole scalpore, nel corso dell’ultimo consiglio comunale durante il quale si è dimesso ufficialmente il consigliere Giorgio Ruso destinatario di un atto intimidatorio, le dichiarazioni del sindaco Pietro Fuda che ha addebitato senza mezzi termini la lettera minatoria come uno strumento indirizzato a colpire lui stesso e la sua amministrazione. Lo ha fatto al termine del dibattito che ha caratterizzato la seduta consiliare invitando, peraltro, Giorgio Ruso a riflettere sulla sua decisioni di dimettersi. In pratica Fuda ha espresso la convinzione che esista una regia occulta che sta manovrando contro l’amministrazione comunale. Una considerazione fatta anche dal presiodente del consiglio comunale Paolo Fragomeni ad inizio di seduta anche se in maniera piu’ generalizzata affermando che l’intero consiglio comunale è sulla stessa barca che “se affonda fa affondare tutti”. Un tema ripreso, peraltro, anche da Pietro Sgarlato (tra i soggetti citati nella lettera di minacce a Ruso) , che ha affermato che le dimissioni di Ruso sono “ una sconfitta per tutta la città di Siderno “ perché “Il tentativo di condizionamento delle istituzioni è riuscito”. Abbastanza “politico” è stato, poi, il messaggio inviato da Mariateresa Fragomeni ( anche lei tra i soggetti citati nella lettera minatoria assente alla seduta per motivi familiari) che ha scritto che l’aspetto che trova gravissimo in tutta la vicenda “. è l’idea di fondo che viene veicolata in giro” ovvero che la lettera minatoria recapitata a Giorgio Ruso “ripropone in chiave di minaccia gli insuccessi, i desideri inadempiuti e le promesse non mantenute da questa amministrazione che sarebbero da addebitare alle forze di opposizione e di minoranza” precisando che “L’opposizione (o la minoranza) esistono in qualunque forma di governo democratico e fisiologicamente stanno lì per vigilare, non possono fare altro se non esercitare quella funzione e se così non fosse ci troveremmo in una dittatura”. Dopo aver ribadito la sua solidarietà al consigliere dimissionario Maria Teresa Fragomeni ha affermato “ come cittadina, prima ancora che come politico” di essere amareggiata per “ dover constatare che il clima di tensione e di bugie che qualcuno ha creato per mascherare la propria incapacità, sia arrivato ad un punto tale da “non rendere sereni” quanti, in fin dei conti, stanno svolgendo un ruolo che è l’essenza stessa della democrazia partecipativa”. Nella parte finale la considerazione che “ Come segretario e leader di un gruppo politico però, dico chiaramente che il Partito Democratico non si lascerà intimorire da chi, col proprio comportamento folle, oltre che criminale, ha forse dato quella spinta definitiva ad una intera comunità che ora rischia di nuovo, purtroppo, di sprofondare nelle sabbie mobili di un nuovo commissariamento”. Quanto, poi, a Giorgio Ruso che malgrado le unanimi considerazione di stima e di apprezzamento ricevute durante la seduta consiliare ha confermato senza tentennamenti le sue dimissioni giusto riconoscere che la sua decisione , seppure sofferta, è maturata dopo una attenta riflessione all’interno della quale ha anche pesato il precedente atto intimidatorio di cui era rimasto vittima ovvero l’incendio della sua autovettura di quasi un anno addietro: “L’ impegno politico – ha detto – richiede razionalità e saggezza, virtù rare che senza la giusta tranquillità e pace interiore sono difficili da esprimere” Da qui i ringraziamenti a tutti i cittadini che attraverso il loro sostegno elettorale gli avevano dato la possibilità di essere eletto e a tutti gli amici, i sostenitori, e i simpatizzanti del Partito democratico ma anche la conferma delle dimissioni anche se – ha precisato – “ continuerò a seguire con assiduità i lavori del civico consesso e continuerò a fare la mia parte con passione sociale e fervore disinteressato con il solo scopo del benessere collettivo”. A conclusione del suo intervento anche un appello indirizzato ad una società “civile” che deve avere “il preciso dovere di aiutare chi soffre e chi si trova in difficoltà e la politica debba occuparsi altruisticamente dei problemi di tutti senza affarismi o interessi di bottega. Se saprete fare questo – ha detto rivolto al consiglio comunale – sono convinto che anche gli scettici e tutti coloro che non credono più in niente poiché scoraggiati da una classe politica che troppo spesso ha dimenticato la propria “mission” si riavvicineranno alla vita sociale attiva e inizieranno ad avere un’idea diversa e positiva della politica “. Da segnalare che la seduta consiliare dopo il lungo dibattito che ha caratterizzato l’abbandono di Giorgio Ruso ha affrontato ed approvato a maggioranza i due argomenti previsti all’ordine del giorno ovvero una modifica al regolamento di utilizzo dei beni immobili pubblici e la destinazione di una parte dell’ immobile della Scuola di contrada Lamia al patrimonio disponibile dell’ Ente al fine di creare un ” Centro diurno per disabili”.

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