Ven. Apr 19th, 2024

I due consiglieri regionali sono stati gli unici rappresentanti calabresi alla convention del Pd. L’ex sindaco di Cetraro ha avuto due incontri privati con il segretario. Il politico dello Stretto a colloquio con Bonifazi. I collegi di Castrovillari e Reggio dovrebbero essere assegnati a loro

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Certe foto raccontano tutto. Quella pubblicata oggi dal corriere.it spiega ancor di più: Matteo Renzi è al Lingotto di Torino per l’apertura della campagna elettorale del Pd e viene immortalato accanto a due consiglieri regionali calabresi, Giuseppe Aieta e Mimmetto Battaglia. Solo un caso, probabilmente, una coincidenza fortunata, se non fosse che i due dem, con il passare delle ore, stanno staccando gli avversari interni nella corsa per le candidature alle prossime politiche. Aieta è in pole position per il collegio uninominale di Castrovillari per la Camera (a cui ambisce anche il socialista Luigi Incarnato), Battaglia per quello di Reggio Calabria.
I due consiglieri del Pd erano gli unici rappresentanti istituzionali calabresi presenti alla convention torinese aperta a tutti gli amministratori locali dem. Sia Aieta, sia Battaglia, tuttavia, al momento nicchiano, evitano di esporsi e di dare qualcosa per scontato. Ma pure i dialoghi privati, in aggiunta alle foto, raccontano una loro verità.

INCONTRI Battaglia, per tutto il tempo della “leopolda” piemontese, ha avuto un fitto scambio di battute con uno dei suoi principali sponsor nel partito, il tesoriere Francesco Bonifazi. Il politico reggino, inoltre, pochi giorni fa è stato a Roma per cercare nuove sponde alla sua candidatura, forte anche dell’appoggio del suo storico mentore, l’ex sottosegretario Gigi Meduri. Battaglia può anche contare sull’endorsement di Maria Elena Boschi, sempre più accreditata – con tanto di proteste da parte di chi, come il consigliere regionale Peppe Neri, preferirebbe nomi del territorio – per una candidatura proprio nel listino proporzionale di Calabria Sud.
Aieta, dal canto suo, ha fatto anche di più: due incontri riservati – ieri sera e stamattina – con Matteo Renzi. Massimo riserbo sui contenuti delle conversazioni, ma è più che probabile che tra gli argomenti privilegiati ci sia stato anche quello legato alle candidature in Calabria. E, in particolare, quella nel collegio di Castrovillari.
Aieta prova a minimizzare: «Faccio parte della rete degli amministratori locali guidata a Matteo Ricci (che ieri ha aperto i lavori del Lingotto, ndr) da un anno e mezzo. Guardi, abbiamo anche una chat su Whatsapp in cui ci sono tanti sindaci: quello di Reggio Calabria, di Mantova, Faenza, Pistoia… Che vuole, nella mia testa sono sempre un sindaco». L’ex primo cittadino di Cetraro non ammette un suo impegno diretto alle prossime elezioni, ma nemmeno smentisce: «Ho incontrato Renzi, è vero, ci siamo fatti una bella chiacchierata. Tra noi due c’è un rapporto che risale nel tempo…». Di più, Aieta non dice.


(Renzi abbraccia Aieta al Lingotto di Torino)

DEROGHE L’ex premier, per quel che lo riguarda, sa bene che per tentare di limitare i danni in una regione in cui, secondo tutti i sondaggi, il Pd non sarebbe nelle condizioni di conquistare nessun collegio maggioritario, è necessario schierare uomini legati al territorio e che hanno dato prova di grandi capacità amministrative. Sembra proprio il caso di Aieta. E dunque, se avrà voglia di mettersi in gioco, Renzi sembra pronto a puntare su di lui in un collegio che, comunque, storicamente è sempre stato una roccaforte del centrodestra. Proprio il fatto di partire in svantaggio spinge il consigliere regionale a usare prudenza. In ogni caso, c’è poco tempo per riflettere: entro pochi giorni anche Aieta dovrà sciogliere definitivamente il nodo sulla sua candidatura.
Per lui e per Battaglia ci sarebbe un altro piccolo ostacolo da superare: per candidarsi, i consiglieri regionali in carica – così come i parlamentari con più di due mandati alle spalle – devono ricevere una deroga dal partito. Sarà la Direzione nazionale, già convocata per mercoledì prossimo, a concederla. Non dovrebbero esserci problemi di sorta, dal momento che la lista è molto lunga: riceveranno la deroga, tra gli altri, anche il premier Gentiloni e i ministri Minniti, Pinotti e Franceschini, oltre ai vari Giachetti, Realacci, Latorre e Zanda. La rottamazione, anche per Renzi, è un claim ormai in disuso.

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