Capsule 16 abiti. Lo stilista delle star, “la couture è cultura”
Continua dopo la pubblicità...
“La haute couture è cultura” per Anton Giulio Grande che torna a proporre la sua alta moda dopo 15 anni con Altaroma ispirandosi alle atmosfere lascive dei primi decenni del Novecento e alle suggestioni degli anni Venti, a una “femminilità da riscoprire”. Un glamour che permea la capsule di 18 capi che il bravo stilista calabrese presenta in un grande albergo della capitale. Tra boa, ventagli di struzzo in colori vibranti, vistose acconciature di piume, gli abiti del couturier calabrese puntano ad una sensuale raffinatezza, accentuata da una palette cromatica che predilige colori carnosi, dal mattone al bronzo, dal mosto al prugna, dal rosso sangue al nero. Le modelle indossano teatralmente abiti lingerie nascosti sotto cappotti vestaglia chiusi da cordoni e nappe, sottovesti impalpabili che assemblano pizzi, georgette dal peso inconsistente e dall’effetto nudo. Tutti gli abiti ondeggiano tra plissé e frange di seta. Ad applaudire lo stilista, Anna Falchi, Valeria Marini, Manuela Arcuri, Demetra Hampton. Il trikini ispirato a Josephine Baker, capo simbolo della collezione, è composto da una gonna in piume naturali di gallo cedrone sfumate nelle tonalità verde bosco e da un abito mono spalla stile charleston.