Ven. Apr 19th, 2024

I nomi di Boschi, Minniti e Orlando associati alle candidature nei collegi della regione. Anche se il titolare dell’Interno si allontana (e non solo per ragioni politiche) dalla sua Reggio

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Gli incontri di Matteo Renzi con i territori cominceranno lunedì: in tre giorni, al quartier generale del Pd di Largo del Nazareno, sfileranno i coordinatori regionali con le loro proposte di candidature. Gli (altri) incontri – quelli per affinare le strategie (i maligni dicono: quelli che segneranno per davvero le scelte) – però sono già all’ordine del giorno. Il segretario imposta la volata finale sui nomi a cui affidare collegi uninominali e listini del proporzionale: riconferme, new entry, nomi che arrivano dalla società civile. Tutto è in divenire e la Calabria può rappresentare il crocevia per tre figure di primo piano, tre storie diverse che portano tutte al 4 marzo. Tre ministri: Maria Elena Boschi, Marco Minniti e Andrea Orlando.

IL CASO BOSCHI Quello della prima, dopo le polemiche sorte nella Commissione d’inchiesta sulle banche (leggasi crac di Banca Etruria), è diventato “il” caso nel panorama nazionale dem. L’ex ministra delle Riforme oscilla tra una candidatura secca all’uninominale e l’inserimento in uno dei listini proporzionali. Magari proprio in Calabria: indiscrezione inizialmente accreditata dai vertici del Pd, poi scemata e infine ripresa nelle ultime ore. L’ipotesi non è peregrina: a queste latitudini Boschi si è fatta vedere spesso e può contare su un gruppo pronto a spendersi per spingerne la volata. Non si può escludere alcuno sbocco, anche se al momento il più probabile è una candidatura in Toscana (ma più a Lucca che ad Arezzo).

COSA FARÀ MINNITI? Filtrano, invece, dai Palazzi del potere democratico, voci che vedrebbero Marco Minniti più lontano che mai da una candidatura nella sua Reggio Calabria. Qui conviene approfondire il ragionamento. Perché Renzi vorrebbe tutti schierati come kamikaze (nel senso dell’impegno a testa bassa, non del finale tragico) nei collegi uninominali. Un conto è la volontà dal capo, un altro la realtà territoriale che è estremamente frastagliata. E potrebbe spingere alcuni big a virare su lidi diversi da quelli di provenienza. È quello che si ipotizza (anche) per il ministro dell’Interno. E qui le opzioni sono due. La prima: la figura di Minniti è spendibile sull’intero panorama nazionale, sia all’uninominale che al proporzionale, dunque Reggio potrebbe non essere l’unico sbocco. Il secondo ragionamento si gioca, invece, sul filo politico-giudiziario, nel senso che lega opportunità politica (di battere la provincia palmo a palmo assieme ai quadri del Pd e della Regione) a sviluppi giudiziari che molti danno per probabili nell’intorno della scadenza politica di marzo. Che il filo dei pensieri di Minniti segue l’una o l’altra strada, il risultat potrebbe portarlo verso candidature più “lontane”.

ORLANDO IL “CALABRESE” Chi, invece, viene associato con sempre maggiore insistenza alla Calabria per un posto nel listino è l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando: per lui si aprirebbe – come per quasi tutti i big – una doppia strada. E cioè quella dell’uninominale “a casa” (collegio di La Spezia) e del proporzionale calabro. «Non c’è nulla di sicuro – fanno sapere dagli avamposti locali del ministro –, ci sono anche altre possibilità». E, in effetti, Orlando potrebbe finire in Campania (a Napoli ha guidato il Pd da commissario), dove però il candidato di punta si chiama Matteo Renzi. Gli incroci non mancano, dunque, e nei prossimi giorni le candidature imboccheranno vie più o meno sicure.

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