Gio. Mar 28th, 2024

La testimonianza di un ufficiale della Dia nel processo ‘Ndrangheta stragista. «C’è stato un travaso dei voti dal progetto delle leghe meridionali. Interesse dei siciliani anche nei moti di Reggio»

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I clan calabresi e siciliani che per lungo tempo hanno lavorato alla “stagione meridionalista”, la strategia portata avanti dal ‘91 al ‘93 che mirava alla separazione di Calabria e Sicilia dal resto d’Italia, nel ‘94 hanno cambiato tattica e puntato su Forza Italia. È quanto emerge dalla deposizione dell’ufficiale Michelangelo Di Stefano della Dia, che sta testimoniando al processo ‘Ndrangheta stragista. «Intorno al 1994 va scemando l’interesse dei Graviano prima e di Brusca poi nel progetto delle leghe regionali, perché entrambi erano più interessati alla costruzione di Forza Italia», spiega l’ufficiale. «Anche Bagarella – continua Di Stefano – con il tempo ha rinunciato al progetto e si è allineato con Provenzano e i Graviano che erano già orientati su Forza Italia».
I clan avevano dunque necessità di travasare i consensi e le risorse convogliate su Sicilia Libera nella nascente Forza Italia. «A Palermo se ne è occupato Edoardo La Bua, che era responsabile del circolo Forza Italia – Sicilia Libera», spiega ancora l’investigatore.
La stagione meridionalista, tuttavia, non è l’unico progetto eversivo che abbia visto lavorare gomito a gomito ‘ndrangheta e mafia siciliana. Dal dopoguerra in poi, e in particolare a partire dagli anni Settanta, i clan siciliani e calabresi hanno partecipato a progetti eversivi, che vedevano la partecipazione di pezzi di apparati istituzionali, massoni e uomini della galassia neofascista legata ad Ordine nuovo. «Anche nei moti di Reggio – dice ancora Di Stefano – è emerso l’interesse dei clan siciliani».

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