Gio. Apr 25th, 2024

“La notte di sabato è stata una delle più lunghe della mia vita. Apprendere dell’uccisione di un innocente è sempre devastante. Quando questi è un giovane – ha detto il sindaco di Crotone Pugliese nel suo discorso durante i funerali del 18enne ucciso sabato scorso -, è un tuo concittadino, il lutto è personale, è familiare. Come uomo, come padre, come sindaco ho provato sentimenti diversi. Anzi li ho provati tutti: cupa tristezza e profondo dolore. E non vi nascondo che si è fatto largo nel silenzio della notte anche un sentimento di rabbia. Che però immediatamente ho scacciato via. La rabbia no! Non era un sentimento che mi poteva appartenere e che non poteva appartenere alla gente di Crotone. Così al mattino, quando ho doverosamente deciso di proclamare il lutto cittadino come segno di vicinanza alla famiglia, ho anche chiesto all’intera comunità di Crotone di rimanere unita perché la luce della speranza continuasse ad essere accesa. Ed è rimasta accesa! Domenica, durante la fiaccolata, i crotonesi hanno dimostrato quanto sia importante rimanere uniti. Uniti anche nel dolore! Non nella rabbia, nell’odio e nella vendetta perché sono questi i sentimenti che hanno ucciso Giuseppe. Mi ha molto colpito una foto di questo figlio mio… Scusami Katia se ho detto “figlio mio”. Ma Giuseppe ora non più solo figlio tuo. Appartiene a tutti noi. Giuseppe appartiene a tutta la comunità cittadina. Le tue lacrime sono le nostre, il tuo dolore è il nostro dolore. E non ti lasceremo sola nel portare questo immenso dolore. Non ti lasceremo sola. Mi ha molto colpito una sua foto sui social che lo ritrae con in mano una copia di un saggio breve: ‘La ricerca della felicità’. Credo che facesse riferimento ad una sua ricerca su un’opera di Leopardi che ho sono andato a rileggere. Ed in quella lettura ho trovato Giuseppe. Quel ragazzo che tutti sanno come fosse pieno di vitalità e portasse gioia ovunque andasse. Mi ha colpito questo passaggio: ‘Viviamo sempre aspettandoci dal futuro quello che pensiamo di non avere nel presente, in una situazione di perenne attesa, di sospensione, affidando al futuro quella felicità che noi dovremmo chiedere al presente’. Giuseppe era il presente ed aveva diritto ad un futuro. Aveva diritto ad essere felice. Come dare senso ad una morte così tragica? Facendo in modo che il futuro che non è stato di questo ragazzo sia il futuro di tutta la comunità di Crotone. Mantenendo in vita il cuore di quel ragazzo che, nonostante le difficoltà, ha vissuto senza risparmiarsi, contribuendo, attivandosi, comportandosi da uomo nonostante la sua giovane età. A questa condizione ho fatto e faccio appello. Faccio appello all’umanità dei singoli e della comunità tutta. È questa che ci deve contraddistinguere: l’umanità. Ricordiamoci che esistono gli altri. La rabbia e l’odio, che non è solo il puntare una pistola verso l’altro, portano a scelte drammatiche. Il dolore forte che oggi ci assale è terribile, devastante. E credo che nessuno di noi, guardando a questa madre, possa solo osare di immaginare quanto sia difficile piangere un figlio, strappato in maniera così crudele. Ma oggi, davanti a Giuseppe, chiedo a me stesso, e a voi cari concittadini di credere nel bene. Di continuare a credere negli altri. Solo così una comunità non concede spazio ai violenti. La tua morte ci ha richiamati tutti alla vita reale. La nostra vita dovrà essere orientata a costruire una realtà che non sia virtuale ma forte di contenuti, di dialogo, di confronto. In tutto questo ci sono gli aspetti che naturalmente abbiamo già sollevato ed affrontato, come quello di una maggiore sicurezza, che non mancheranno di essere ulteriormente attenzionati. Ma senza una reale volontà di unione sui valori fondanti di una comunità tutto può essere vano. Sono certo che non sarà così. Il silenzio forte che è stato gridato da migliaia di crotonesi l’altra sera è una risposta chiara di quello che vogliamo realmente essere. Ho faticato a trovare le parole oggi per ricordare Giuseppe perché il dolore è ancora troppo forte. Però volevo a nome di tutta la gente di Crotone, salutarlo. Perché questo, piccolo mio, non è un addio. È un arrivederci. Ci ritroveremo, ogni giorno. In ogni buona azione di quotidianità che ciascun componente di questa comunità farà non solo per se stesso ma per gli altri. In ogni azione che questo sindaco, che oggi è soprattutto padre, sceglierà per la sua gente. Ti troveremo nel volto di tua madre. Negli occhi di ogni ragazzo di questa città. Ciao Giuseppe, ti vogliamo bene!”.

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