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ansa - sfondo - A lion in the blue Sky symbol of the Venice Film Festival, ahead of the 67th Annual Venice Film Festival in Venice, Italy, 31 August 2010. The festival will run from 01 to 11 September 2010. ANSA/CLAUDIO ONORATI

Consigliere regionale definisce “impresentabile”, segreteria Pd: “Espressione infelice”

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Bufera politica sul consigliere regionale del Pd Giuseppe Neri. “Colpevole” di aver chiuso le porte a un’eventuale candidatura “eccellente” in Calabria: “Non c’è spazio per Maria Elena Boschi nelle liste del Pd calabrese, non la vogliamo. Da Roma devono capire che la Calabria non può essere usata per piazzare gli impresentabili. Renzi ha detto che la Boschi sarà giudicata dagli elettori, che siano allora quelli di Arezzo a farlo”. La frase che Neri ha pronunciato nel corso della puntata de Lo Sfascio (la trasmissione condotta da Pietro Bellantoni in onda stasera alle 21 sul canale 211 del digitale terrestre e in streaming su laltrocorriere.it) è diventata l’argomento politico del giorno. E ha provocato una levata di scudi a difesa del sottosegretario del Pd. La segreteria regionale dem non l’ha, comprensibilmente, presa bene, visto che si tratta di un esponente di un governo targato Pd. E lo ha spiegato in una nota: “C’è un abuso dell’espressione ‘candidati impresentabili’ e restiamo convinti che in politica la forma a volte sia anche sostanza”. “Il sottosegretario Boschi – spiegano dalla segreteria – è un’autorevole esponente del governo uscente ed è una dirigente nazionale del partito che in alcun modo può essere definita impresentabile, espressione assai infelice e priva di alcun appiglio”. Segue l’invito, rivolto al consigliere regionale Neri, “a chiarire il senso delle sue affermazioni. Crediamo, infatti, che in una grande comunità qual è quella del Partito democratico non siano ammesse liste di proscrizione, né anatemi. La discussione ha senso e si rafforza se condotta in termini corretti e civili sul piano politico, non cadendo mai in una contrapposizione interna spesso fine a se stessa”. Non è una scomunica, ma quasi. Ed è per lo meno un’esortazione a correggere il tiro.

Più soft, ma comunque ferma, la reazione di Giuseppe Aieta. Il collega di Neri, si dice stupefatto “di fronte al tenore della sua presa di posizione. Perché le cose si possono anche dire ma col necessario garbo soprattutto verso chi, come Maria Elena Boschi, è stata tra le espressioni di governo più bersagliata per il semplice fatto di non aver scaldato la sedia, distinguendosi per una spiccata e particolare competenza nei settori da lei gestiti. E credo abbiano fatto bene Renzi e Gentiloni a non cedere alle pressanti sollecitazioni che la volevano fuori dal governo perché la dignità delle persone va difesa fino alla fine”. Aieta approfondisce il proprio ragionamento sul piano politico: “Non si conoscono gli esiti delle trattative romane per le candidature – dice –, né chi le stia conducendo, per cui appare inopportuna la presa di posizione di Neri che si palesa più come un pregiudizio che come un giudizio di merito. Perché se la discussione dovesse essere finalmente riportata nell’alveo del merito, Maria Elena Boschi – sono certo – farebbe cambiare idea al collega Neri”.

“Sono sicuro che il collega Neri intendesse tutelare la nostra Regione dall’abitudine invalsa di candidare in Calabria esponenti politici non legati al territorio, memore delle brutte esperienze passate per le quali, ottenuta l’elezione al parlamento, i deputati o i senatori di turno ‘sparivano’ per il resto della legislatura”. Prova a smorzare i toni anche il presidente del gruppo di cui fa parte Neri, Giuseppe Giudiceandrea. “Non è certo questo il caso di Maria Elena Boschi che da anni dimostra la sua vicinanza al territorio calabrese con una costante e gradita presenza, al fianco dei nostri deputati e delle nostre deputate. Sarà dunque – conclude il capogruppo dei Democratici progressisti – sempre benvenuta la sottosegretaria Boschi nella nostra regione, con l’intento evidente di garantire presenza costante degli organismi dirigenti e di governo del nostro partito, e per contribuire a farne aumentare consenso e vicinanza ai cittadini”.

“Liste di proscrizione e anatemi non possono appartenere a una grande comunità come quella del Partito democratico. Per questo motivo ritengo gravi e inaccettabili le parole pronunciate dal consigliere regionale Peppe Neri sul conto della sottosegretaria Maria Elena Boschi”. È quanto afferma in una nota il deputato del Pd Ferdinando Aiello. Che aggiunge: “Come si fa a inserire tra gli ‘impresentabili’ un esponente politico che da sempre ha mostrato interesse e vicinanza alla Calabria? Vorrei ricordare a chi in questo momento sta dimostrando di non brillare per memoria, che grazie all’impegno dell’ex ministra e oggi sottosegretaria è stato possibile portare a casa, nel corso di questi anni, i fondi per la stabilizzazione di lsu-lpu e per i forestali. Sono provvedimenti importanti, raggiunti nel corso della legislatura appena terminata, e grazie alla costante collaborazione tra Boschi e la deputazione calabrese del Pd”. “Perciò le espressioni usate dal consigliere Neri – conclude Aiello – sono davvero fuori luogo e somigliano, più che altro, a un pregiudizio discriminatorio espresso nei confronti di una dirigente politica di primissimo piano del nostro partito. Per quanto ci riguarda, la sottosegretaria sarà sempre la benvenuta in Calabria. Siamo sicuri che il suo apporto sarà ancora una volta determinante per assicurare successi al Pd e risultati concreti per questa regione”.

A stretto giro arriva anche la precisazione di Neri: “In relazione alla nota della segreteria regionale del mio partito, con la quale si chiede di chiarire il termine ‘impresentabile’ – pronunciato durante il corso della registrazione della trasmissione Lo Sfascio – rispetto a un’eventuale candidatura del sottosegretario Boschi in Calabria, ci tengo a precisare che il mio non è assolutamente un riferimento etico, morale o giuridico. Ci mancherebbe”. “Sono abituato a esprimere giudizi di carattere meramente politico – continua Neri –, pertanto il termine ‘impresentabile’ va inteso in tal senso: Boschi e, come lei, ministri, sottosegretari, parlamentari e dirigenti di partito che provengono da altri territori non dovrebbero essere presentati nella nostra regione. Invero, come si evince dalla trasmissione, ribadisco questo concetto sottolineando che sarebbe opportuno che ognuno si candidasse nel proprio collegio, nella fattispecie Boschi ad Arezzo. Si può nettamente afferrare che la mia analisi vuole ribadire un approccio politico teso a rinvigorire un rapporto con il nostro elettorato, troppo spesso disilluso da scelte calate dall’alto. Ho aggiunto inoltre che in questa tornata elettorale la Calabria non può permettersi di essere il rifugio elettorale per nessuno. La Calabria, oggi più che mai, ha bisogno di personalità calabresi con un impegno fortemente radicato nei territori. Ne sono fermamente convinto. D’altronde la nostra regione esprime al governo nazionale il migliore dei ministri, che è Marco Minniti, attorno al quale si dovrebbero costruire le liste in Calabria”.

 

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