Ven. Apr 19th, 2024
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Riace, è un piccolo centro urbano della Locride, conosciuto nel mondo per i celeberrimi bronzi, ritrovati nelle acque del suo mare, ma anche per essere “il paese dell’accoglienza” grazie alla lungimiranza politica del sindaco Lucano. Il suo territorio, prevalentemente collinare e rivierasco conserva un gran numero di luoghi di culto risalenti in gran parte al periodo bizantino-normanno.

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Luoghi di culto frutto della religiosità e operosità di quei monaci cristiani che, intorno all’anno mille, per sfuggire agli arabi che avevano invaso le loro terre d’origine (medio oriente, Sicilia), si stanziarono nei territori della magna-Grecia e fecero fiorire la loro religione, in una terra che ricordava loro i propri luoghi di origine, creando a tale scopo una moltitudine di luoghi di culto.

Si tratta per lo più di piccole chiesette rurali, alcune delle quali quasi scomparse per l’incuria dell’uomo, che ci permettono, immergendoci in quei luoghi, di rivedere e ascoltare, in una specie di gioco spazio-temporale, le antiche nenie e i riti di quei santi uomini che li costruirono e vi officiarono a quei tempi.

La chiesa Matrice, lo Spirito Santo, S. Giacomo, S. Maria del Carmelo, S. Caterina. S. Anna, chiesa della Concezione, S. Nicola, S. Lucia, S. Biagio , chiesa dell’Annunziata, dei SS Cosma e Damiano, di S Agata o Agazio,  della madonna di ”Palazzi”.

Questa è la “dotazione” di luoghi di culto di Riace. Alcune chiese sono scomparse e molte sono ridotte allo stato di rudere, ma non per questo bisogna dimenticarle e non bisogna permettere che scompaiano del tutto.

Tra quelle citate vorrei soffermarmi su alcune di esse, soprattutto per segnalare a chi di competenza un urgente sopralluogo per predisporre in tempi brevi interventi atti a salvaguardarle e a portare avanti ricerche utili a leggere nel mondo più esaustivo questi beni culturali della Calabria dimenticati da tempo.

Chiesa di Santa Lucia

Sulla strada che dalla marina sale a Riace, in località “Malomo”, sul bordo della strada la chiesa resiste ancora all’abbandono dell’uomo e alle ingiurie del tempo, facendo mostra della sua imponente struttura. La chiesa mono-navata, simile a quella dedicata a San Nicola nella vicina Camini, è orientata, presenta crolli murari e manca del tetto. Al suo interno tracce dell’altare e le botole delle ipotetiche cripte. Notizie raccolte oralmente ci fanno sapere che la chiesa è stata edificata in epoca bizantina su di un preesistente luogo di culto magno-greco dedicato alla dea Giunone.  Sarebbe opportuno intervenire per due ordini di motivi. Il primo in quanto si salverebbe un bene culturale dell’area che rischia seriamente di sparire, il secondo, in quanto la chiesa insistendo sul margine della strada, potrebbe con il crollo mettere in pericolo l’incolumità delle persone che vi transitano giornalmente.

Chiesa dell’Annunziata

Poco distante da Riace e dalla località “Leo”, interessante area archeologica ancora non ben studiata, ci si imbatte in una chiesetta rurale che presenta una semplice struttura mono-navata, orientata come tradizione delle chiese di epoca bizantina che forniva assistenza spirituale alle piccole comunità presenti nell’area.

Sicuramente fu realizzata, addossandola alla grande torre di guardia che serviva al controllo del territorio circostante. Altri esempi chiesa addossata ad una torre  si notano nella vicina San Nicola, dove rimane traccia della torre abbattuta in tempi moderni e nel San Giovanni Theristis a Bivongi, dove la torre, ben leggibile nella struttura muraria è oramai inglobata dalla navata.

La chiesa dell’Annunziata è l’unica che conserva la tipologia costruttiva iniziale anche se è stata pesantemente restaurata. Essa è ancora aperta al culto, pur essendo di proprietà privata. Conserva integra l’abside che, se pur intonacata di recente, mostra alcuni inserti costruttivi e motivi decorativi di epoca bizantina. La attigua torre è imponente, ma bisognevole di urgenti interventi per evitarne il crollo. Al suo interno ha inglobato l’antica porta d’accesso posta sul lato sinistro della chiesa. L’antica entrata della chiesa è stata tamponata nel tempo   da un muro, mentre è ben visibile parte del portale litico e il motivo architettonico che ingentiliva e impreziosiva l’accesso realizzato da pezzi di antiche tegole di probabile provenienza magno greca. Da notare l’entrata alla torre realizzata con blocchi di granito.

Santa Agata

Poco distante dalla precedente ci si imbatte nel rudere della chiesa di “Santa Agassa”, così viene denominata dalla gente del posto. Della chiesa anch’essa mono-navata, rimane intatta la sola l’abside. Questa risulta costruita in pietra locale, senza inserti laterizi e risale con molta probabilità al periodo bizantino. Essa, non avendo nel tempo avuto nessun rimaneggiamento, ci tramanda il modo costruttivo dei suoi fondatori. Il catino absidale conserva sbiadite tracce di affreschi non decifrabili. La chiesetta rurale risulta interessante non solo per l’abside, ancora in elevato, ma per quello che l’aria antistante, che ospitava la navata, potrebbe consegnarci. Uno scavo archeologico potrebbe mettere in luce le fondamenta, consentendoci di leggere la sua forma originaria e ritrovare le eventuali cripte. Nell’area dello Stilaro è l’unica testimonianza di abside risalente al periodo bizantino.

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Madonna di ”Palazzi”

Al confine dei territori comunali di Stignano, Camini e Riace, condivisa da tutte e tre le comunità, si trova la chiesetta dedicata alla Madonna di “Palazzi”.

Il toponimo ci potrebbe indicare la presenza in epoca romana di un Palacium (pretorio). La chiesa moderna ha sicuramente distrutto sovrastandola una antica chiesa di epoca incerta. Dell’antico luogo di culto rimangono, una nicchia, che conserva un altare sovrastato da un affresco dedicato alla “Pietà”, molto consunto dal tempo e mura perimetrali di fondazione con tracce di affreschi. Non è dato sapere l’orientamento della vecchia chiesa, ma una indagine più approfondita potrebbe portare a interessanti scoperte.

Sono questi, beni culturali di grande valenza che se inseriti nel contesto storico che li ha realizzati potranno recitare un ruolo importante nella scrittura della storia locale.

Al comune di Riace spetta il compito di promuove iniziative atte alla salvaguardia, alla Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, quello di tutelarle e studiarle.

Danilo FRANCO

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