Ven. Mar 29th, 2024

A seguito del dissesto, agli operatori economici si chiederà di rinunciare a una parte rilevante delle loro spettanze; ai cittadini di pagare, in un breve lasso di tempo, le tasse relative a diverse annualità pregresse, alle quali si aggiungeranno i tributi previsti per il 2018; ma gli amministratori continueranno ad intascare quasi tutta la loro indennità di carica.

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Quando, come gruppo consiliare, nel contesto del Consiglio comunale del 23 dicembre 2017, chiedemmo al Sindaco Maesano e ai suoi Assessori la rinuncia all’indennità di carica non intendevamo essere irriverenti o sarcastici. In considerazione della grave situazione finanziaria che proprio quel giorno ci venne descritta – la quale, com’è noto, portò alla dichiarazione di dissesto del Comune – ritenevamo fosse necessario fare un richiamo ai buoni propositi enunciati da tutti i protagonisti della vita pubblica durante la campagna elettorale e, nel caso dell’attuale primo cittadino, ancora prima, durante la sua precedente esperienza amministrativa.

Il riferimento alle parole pronunciate dal Sindaco Maesano in una situazione analoga, ma decisamente meno grave di quella che faticosamente ci stavano raccontando nella seduta consiliare prenatalizia, aveva l’obiettivo di sensibilizzare la maggioranza rispetto alle esigenze economico-finanziarie che l’Ente avrebbe avuto nel prossimo futuro, allorquando oltre 60.000 € l’anno in più avrebbero fatto comodo per far fronte alle esigenze della comunità (a tanto, grosso modo, ammontano le indennità di Sindaco e giunta per 12 mesi). Nel formulare la richiesta abbiamo usato le stesse parole che l’attuale Sindaco pronunciò nei riguardi della precedente amministrazione quando si accingeva a varare il piano di rientro (esecutivo di cui, nella fase iniziale, lo stesso Maesano fu Vice Sindaco e Assessore per quasi due anni).

Alla luce delle parole pronunciate dal Sindaco nel giugno del 2013, ci saremmo aspettati una decisione che risultasse coerente con quelle considerazioni e, soprattutto, con l’amore per Bovalino e i bovalinesi, ripetutamente sbandierato, non certo il rinnovo della rinuncia al 10% delle spettanze (atto di indirizzo del 13/02/2018). Constatiamo, con rammarico, che l’attuale maggioranza si è chiusa a riccio a difesa dell’indennità, anche dopo aver dichiarato il dissesto del Comune. Era questo il banco di prova che le minoranze consiliari, e la comunità intera, stavano aspettando per testare il vero livello di attaccamento al Paese. Registriamo con dispiacere che quando si esce dal perimetro dei proclami e delle belle intenzioni per entrare in quello dell’interesse economico, forse meno accattivante, ma certamente in grado di fornirci input concreti, i nostri amministratori non sono da meno a nessuno, poiché difendono con le unghie e i denti la loro indennità. Constatiamo come, anche su questo terreno, il “cambiamento” tanto osannato è di là da venire e la speranza in un futuro migliore sta cedendo il passo alla triste realtà, la quale, ahinoi, non è per nulla diversa da quella che i media nazionali quotidianamente ci propongono.

E così, stancamente, Bovalino e i bovalinesi si accingono a vivere una fase dura e difficile. Una fase in cui agli operatori economici, a seguito del dissesto, si chiederà di rinunciare a una parte rilevante delle loro spettanze; ai cittadini di pagare, in un breve lasso di tempo, le tasse relative a diverse annualità pregresse, alle quali si aggiungeranno i tributi previsti per il 2018; ma gli amministratori continueranno ad intascare quasi tutta la loro indennità di carica.

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