Gio. Mar 28th, 2024
Catanzaro: il palazzo della Corte d'appello e procura

Chiusa l’inchiesta della Dda sulle infiltrazioni della cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” a Lamezia. Il voto imposto con la violenza e le attività illecite del clan

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Chiuse le indagini per 64 persone in seno al procedimento “Crisalide” – condotto dai carabinieri del Nucleo operativo e della Compagnia di Lamezia Terme, coordinati dalla Dda di Catanzaro – contro coloro che sono accusati di essere affiliati e intranei alla cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri”. Indagati anche gli ex consiglieri comunali Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino, nonché il padre di quest’ultimo, Giovanni Paladino (che risulterebbe contiguo all’organizzazione sin dai primi anni 90) e il candidato a consigliere comunale Antonio Mazza. Secondo l’accusa, in particolare Ruberto e i due Paladino avrebbero assunto il ruolo di concorrenti esterni all’organizzazione in quanto «pur non potendosi ritenere inseriti stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, fornivano tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo di natura materiale e/o morale avente una effettiva rilevanza causale nella conservazione o nel rafforzamento delle capacità operative dell’associazione […] promettendo di porsi a disposizione della cosca per il perseguimento dei suoi fini criminosi». In particolare, nel corso della campagna elettore per le amministrative del 2015 i tre indagati si sarebbero posti quali politici e professionisti di riferimento della cosca.

IMPOSTO CON LA VIOLENZA IL VOTO PER PALADINO In più a Giuseppe Paladino (poi divenuto vicepresidente del consiglio comunale), Antonio Mazza, Antonio Miceli (ritenuto a capo della consorteria, ndr), Antonio Domenicano, Mattia Mancuso e Teresa Torcasio (moglie di Miceli), è contestata la violenza fisica e psicologica con la quale in concorso fra di loro avrebbero imposto alla collettività circostante il voto in favore di Giuseppe Paladino, quale politico di riferimento della cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri”, imposizione spinta mediante la forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo della cosca di riferimento. Un sostegno che la cosca avrebbe dato al candidato grazie all’intercessione del padre, il medico Giovanni Paladino che aveva intessuto da anni rapporti con noti esponenti del clan dall’epoca in cui era consigliere comunale a Lamezia Terme prima dello scioglimento del consiglio nel 1991. Il primo dei tre scioglimenti che la città si troverà ad affrontare: il secondo sarà nel 2002 e il terzo a novembre 2017, scaturito dopo le indagini dell’operazione Crisalide.

LE ATTIVITÀ ILLECITE DELLA COSCA La consorteria si sarebbe imposta sul territorio di Lamezia Terme attraverso attività illecite quali le estorsioni, minacce, atti intimidatori, la gestione del traffico di sostanze stupefacenti, con la detenzione e il trasporto di materiale esplodente di micidiale potenza, armi comuni da sparo e armi da guerra, da utilizzare sia per intimidazioni e danneggiamenti che per rapine agli uffici postali.

GLI INDAGATI Sono 64, dunque, gli indagati ai quali a vario titolo sono contestate le accuse di associazione di tipo mafioso, concorso esterno, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina, nonché la violazione delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali. Si tratta nello specifico di Antonio Miceli, Nicola Gultieri inteso “Nicolino”; Giuseppe Grande “U pruppo”; Vincenzo Grande; Daniele Grande; Teresa Torcasio; Antonio Domenicano; Mattia Mancuso; Danilo Fiumara; Luca Salvatore Torchia; Ottavio Muscimarro; Paolo Strangis; Rosario Muraca; Domenico De Rito inteso “Tutu’”; Alessio Morrison Gagliardi; Emmanuel Fiorino; Fortunato Mercuri; Carloalberto Gigliotti; Vincenzo Brizzi; Michele Grillo; Alessandro Gualtieri; Claudio Vescio inteso “caio”; Vincenzo Strangis; Alex Morelli detto “ciba”; Antonio Torcasio detto “pallella”; Davide Cosentino; Ivan Di Cello detto “Ivanuzzu”; Alfonso Calfa detto “paparacchiu”; Pino Esposito; Smeraldo Davoli; Antonio Perri detto “Totò; Antonio Muoio; Giuseppe De Fazio; Antonio Mazza; Pasquale Caligiuri; Antonio Saladino detto “birricella”; Antonio Franceschi; Rosario Franceschi; Massimo Gualtieri; Vincenzo Catanzaro; Francesca Antonia De Biase; Giuseppe Costanzo; Antonio Gullo; Guglielmo Mastroianni; Antonio Paola “satabanca”; Antonello Amato; Daniele Amato; Flavio Bevilacqua; Salvatore Francesco Mazzotta; Concetto Pasquale Franceschi; Saverio Torcasio, cl. 75; Maurizio Caruso; Saverio Torcasio, inteso “geometra” cl.86; Francesco Gigliotti; Davide Belville; Antonio Stella; Marco Cosimo Passalacqua; Luigi Vincenzini; Piero De Sarro; Salvatore Fiorino; Luca Torcasio, inteso “u cultellaro”; Pasqualino Ruberto; Giuseppe Paladino; Giovanni Vincenzo Paladino.

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