Ven. Mar 29th, 2024

Carenze maggiori in strutture disagiate e dell’emergenza

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Negli ultimi anni sono almeno 11.000 i posti di lavoro medico persi negli ospedali italiani, con carenze avvertite soprattutto nelle strutture più disagiate ed in particolare per le specialità dell’emergenza. L’allarme sul futuro della professione lanciato ieri dal sindacato dei dirigenti medici Anaao e da quello dei medici di base Fimmg è stato ribadito a conclusione del Consiglio Nazionale dell’Organizzazione Sindacale Co.A.S. Medici Dirigenti. “Gli anestesisti sono carenti per 3800 unità – spiegano Lucia Magni e Alessandro Garau, rispettivamente presidente e segretario nazionale del CoAS – e gli Specialisti in Ortopedia, Chirurgia e Ginecologia sono scoperti per circa 6000 posti. Tutto questo, insieme a liste d’attesa infinite, obbliga chi ha bisogno di cure a rivolgersi a strutture private”. Per sopperire alla futura carenza di medici, afferma Anaao Giovani, occorre aumentare di almeno 3200 posti gli accessi alla specializzazione. “Fatti salvi i 6.105 contratti pagati con l’attuale fondo statale per la formazione specialistica, sarebbe auspicabile che le Regioni contribuissero all’aumento dei contratti di formazione specialistica – sottolinea l’Anaao, secondo cui il costo sarebbe di 9 milioni di euro a Regione – diventando protagoniste della programmazione e del cammino formativo dei giovani medici specializzandi e della sostenibilità generale del sistema”. Sull’argomento è intervenuto anche Antonio De Poli, candidato di Noi con l’Italia Udc in Senato: “Quattordici milioni di italiani senza medici. L’allarme lanciato dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale non può cadere nel vuoto: e’ indispensabile puntare su formazione dei medici, prevenzione e assistenza territoriale. E’ il nostro programma come Noi con l’Italia Udc per la sanità: il diritto alla salute non si tocca”.

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