Gio. Mar 28th, 2024

 

“Il Tar della Calabria è tra i più efficienti d’Italia. Negli ultimi quattro anni si è passati da un arretrato di oltre 10 mila contenziosi a 4.300, con una durata media di 700 giorni. Il risultato migliore tra i tribunali amministrativi regionali del Sud”. Lo ha detto, incontrando i giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente Vincenzo Salamone. Sono stati 62 i ricorsi definiti per le interdittive antimafia. “La Calabria – ha sostenuto Salamone – è la regione più toccata dal fenomeno. I provvedimenti hanno riguardato pressoché tutti i settori dell’economia e dell’imprenditoria, segno di una maggiore incidenza dei fenomeni di criminalità organizzata. Una influenza – ha aggiunto – che si caratterizza prevalentemente nel settore della pubblica amministrazione. Occorre fare pulizia altrimenti l’economia sana non riuscirà ad emergere”. Altro tema centrale nell’attività del Tar calabrese è la sanità, di cui si è occupata la seconda sezione interna presieduta da Nicola Durante. “La Calabria – ha spiegato Salamone – è l’unica regione con commissario esterno”. Le sentenze pronunciate sulla materia nell’ultimo anno sono state 70. “La presenza di tre parti in causa, commissario ad acta, Regione e operatori privati – ha aggiunto – determina una situazione di incertezza nel riparto delle competenze amministrative”. Al Tar della Calabria, secondo quanto ha riferito Salamone, sono stati presentati 14 ricorsi in materia elettorale di cui sei inerenti le esclusioni di liste e candidati e otto riguardanti la proclamazione degli eletti. “Anche in questo caso – ha sottolineato il presidente – va evidenziata la tempestività delle decisioni del Tar volte a evitare soluzioni di continuità nelle attività degli enti locali”. Infine il presidente Salamone ha riferito che il Tribunale cercherà una nuova sede, “ma intende restare nel centro storico della città”.

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Nel 2017 Il tribunale amministrativo regionale della Calabria “ha definito 62 ricorsi in materia di interdittiva antimafia, con 39 ricorsi sopravvenuti e una media di 40 ricorsi all’anno, numeri superiori a quello di ogni altro Tar”. Il dato lo ha evidenziato il presidente del Tar Calabria, Vincenzo Salamone, parlando con i giornalisti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia amministrativa catanzarese. “Si tratta di un consistente aumento dei ricorsi, e inoltre – ha aggiunto – essendo ricorsi molto complessi li definiamo con celerita’ perche’ riguardano la vita economica della Calabria. Le interdittive antimafia certamente hanno un impatto negativo sulla vita economica della Regione, ma se non si fa pulizia – ha osservato il presidente del Tar Calabria – l’economia legale cede il passo a quella illegale”.

Il prossimo 1 marzo prenderanno servizio al Tribunale amministrativo regionale della Calabria 5 nuovi magistrati. Lo ha reso noto il presidente, Vincenzo Salamone, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. I nuovi magistrati sono: Francesca Goggiamani, Pierangelo Sorrentino, Roberta Mazzulla, Arturo Levato e Silvio Giampietro. Salamone ha comunque ricordato che da aprile quattro magistrati del Tar Calabria saranno destinati ad altra sede.

“Nella giustizia amministrativa non c’è dimora per questi comportamenti. Per noi la corruzione in atti giudiziari è una bestemmia”. Lo ha detto Luca Cestaro, segretario generale dell’Anma, l’associazione nazionale magistrati amministrativi, oggi a Catanzaro per l’inaugurazione all’anno giudiziario del Tar della Calabria, rispondendo a una domanda dei giornalisti sul caso Bellomo e sull’inchiesta della Procura di Messina che ha coinvolto un ex magistrato del Consiglio di Stato. “Di sicuro – ha aggiunto Cestaro – questi comportamenti rappresentano casi isolati rispetto ai 400 magistrati amministrativi che lavorano quotidianamente con grande professionalità”. Cestaro ha poi commentato le polemiche scaturite dalle decisioni relative al numero chiuso delle facoltà universitarie e le nomine di direttori stranieri per i musei italiani. “È grave – ha detto – che le sentenze vengano giudicate da esponenti delle istituzioni sulla base di principi che non siano quello della legalità. Siamo giurisdizione anche noi e le nostre decisioni non possono essere basate sul buon senso o sulla economicità, ma solo ed esclusivamente su quanto è previsto dalla legge”.

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