Gio. Apr 25th, 2024
Gli alunni della scuola media di Bianco (Reggio Calabria) chiedono alla ‘ndrangheta di permettere la sepoltura dell’imprenditore florovivaistico scomparso 29 anni fa e mai più ritrovato.

I mafiosi vorrebbero che non si ricordasse, ma c’è chi tiene in piedi la memoria e la trasmette ai più giovani. Lalettera degli alunni di Bianco nasce, infatti, dalla collaborazione tra gli insegnanti e l’associazione Libera della Locride, come ci racconta Deborah Cartisano, figlia di Adolfo, per tutti Lollò, fotografo di Bovalino, l’ultimo dei sequestrati dalla ’ndrangheta, il 22 luglio 1993. Anche lui mai tornato a casa.

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Ma dopo una toccante lettera di Deborah, quella volta arrivò un segnale, il ‘cuore di pietra’ di un sequestratore si sciolse, e una lettera anonima nel 2003 permise di trovare i resti del suo corpo, sepolti in pieno Aspromonte, ai piedi dell’enorme monolite chiamato Pietra Cappa.

Non così è stato per Vincenzo Medici, come per una altra decina di sequestrati. Sicuramente anche loro rimasti tra i boschi e le rocce dell’Aspromonte. Così ora si alza la voce dei bambini di Bianco. Non un caso visto che oltre a essere un bravo imprenditore, Vincenzo si impegnava proprio coi piccoli del suo paese. E ora dopo tanti anni i figli di quei bambini si ricordano di lui. «L’articolo 13 della Costituzione italiana – scrivono – recita: ‘La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa alcuna forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria…’. Ispirandoci a questo articolo, vorremmo sottolineare che il diritto alla libertà è sancito dalla nostra Costituzione, è un diritto umano e voi l’avete violato con il sequestro di Vincenzo Medici, un caro membro della nostra comunità».

I bambini di Bianco ricordano ai sequestratori e a chi sa, che «la sepoltura è un diritto umano e, per questo, la famiglia deve avere la possibilità di poter pregare sulla tomba del proprio caro». E da alunni studiosi citano Foscolo dei ‘I Sepolcri’. Poi un tuffo nel passato, a terribili anni dei sequestri. «Noi siamo giovani e, per fortuna, non abbiamo vissuto il periodo di ‘tensione’ causato dai sequestri di persona ma, grazie alle iniziative sulla legalità intraprese e portate avanti dai nostri docenti, siamo venuti a conoscenza di questi tristi eventi. Abbiamo avuto modo di ‘conoscere’ la figura del nostro concittadino, uomo di grande umanità e disponibilità nei confronti del prossimo, e la sua tragica fine».

E torna il loro appello. «Per questo motivo noi giovani bianchesi vi rinnoviamo, ancora una volta, la richiesta di restituire il suo corpo ai familiari affinché possano dargli una degna sepoltura. Confidiamo nel trionfo dell’umanità ». Qualcuno avrà la dignità e l’umanità di rispondere?

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