Gio. Apr 25th, 2024

Tsunami M5s sui signorotti del vecchio establishment. Nemmeno un collegio per il Pd. Censore ko a Vibo. Niente da fare per Talarico a Reggio. Batosta per Naccarato e Mancini jr a Cosenza. Aiello fuori dal Senato. E dopo molti anni non ci sarà un Gentile in Parlamento

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Il vecchio establishment non c’è più, i signorotti locali sono stati mandati a casa. Le elezioni 2018 saranno ricordate per lo tsunami che ha travolto un’intera classe dirigente, quella salita agli onori istituzionali grazie a partiti moderati e popolari come Pd e Forza Italia, oggi drasticamente ridimensionati dall’avanzata di Movimento 5 Stelle e Lega.
Gli effetti plastici di questo ribaltamento storico si sono verificati soprattutto nei collegi maggioritari di Camera e Senato. Il M5S ne ha conquistati 9 su 12, gli altri 3 sono andati al centrodestra, che però ha lasciato sul campo morti e feriti. Per non parlare del Pd, che non si aggiudica nemmeno un collegio ed è il terzo partito in tutta la regione.

VIBO: CENSORE KO I sondaggi avevano definito lo stato delle cose: il centrosinistra sarebbe stato battuto ovunque, ma Vibo poteva essere l’eccezione. Non è andata così. In effetti, nessuno si aspettava il capitombolo di Bruno Censore, il deputato uscente. Era considerato una sorta di invincibile, l’ostacolo che avrebbe impedito l’ascesa dei 5 stelle e mortificato le ambizioni di Wanda Ferro. L’ormai ex parlamentare, invece, non è andato oltre il 25% dei voti, una performance che lo colloca sul gradino basso del podio dietro alla pentastellata Dalila Nesci (32%) e a distanza siderale dalla “medaglia d’oro” di Fratelli d’Italia. Quel 25% è comunque un dato molto più alto rispetto al trend del Pd nazionale, ma da Censore – che ha avuto dalla sua anche la forte sponsorizzazione del governatore Oliverio – tutti si aspettavano qualcosa in più. Forse non è nemmeno da escludere che il tonfo sia proprio l’effetto dell’“appoggio” del presidente della Regione.

REGGIO: TALARICO OUT Era ritornato dopo 4 anni di silenzio, ma le urne gli hanno regalato un’altra delusione. L’ex presidente del consiglio regionale Franco Talarico, candidato del centrodestra, lascia Reggio da sconfitto per tornare nella sua Lamezia Terme. Non è andato poi troppo lontano dall’obiettivo: i suoi 44mila voti (35%) gli hanno permesso di arrivare vicino a Federica Dieni (36% con quasi 46mila voti) ma non di staccarla nella volata finale. Talarico ha tenuto nei paesi della provincia ma è letteralmente crollato a Reggio centro, dove Dieni gli ha dato uno scarto di 4mila voti.

COSENZA Il dato più significativo è quello di Cosenza. Il 52% ottenuto dalla grillina Anna Laura Orrico taglia fuori dalla scena politica un decano come Paolo Naccarato, più volte parlamentare e sottosegretario e navigatore esperto dei palazzi istituzionali. Botta tremenda anche per il centrosinistra di Giacomo Mancini jr, terzo con il 20% dei voti. Per lui c’è ancora una speranza: se Fausto Orsomarso, schierato nel proporzionale di Fratelli d’Italia, entrerà in Parlamento, per lui potrebbero aprirsi le porte del consiglio regionale.

CORIGLIANO Il M5S si è affermato più o meno con le stesse percentuali anche nel collegio di Corigliano, e a farne le spese è il parlamentare uscente del Pd e renziano doc Ferdinando Aiello, in terza posizione con il 17,5%. Anche Ernesto Rapani (FdI) ha fatto meglio di lui grazie al 26% dei voti portati in dote al centrodestra.

CATANZARO L’altro crollo inaspettato è andato in scena a Catanzaro. Gli addetti ai lavori davano il centrodestra di Mimmo Tallini nettamente in testa. Il consigliere regionale è stato però travolto dall’onda d’urto del M5S, capitanato da Pino D’Ippolito, capace di conquistare il collegio con il 45% dei voti.

CASTROVILLARI Le politiche 2018 consegnano un’altra verità: per la prima volta dopo molti anni non ci sarà un Gentile in Parlamento. Andrea, figlio del sottosegretario uscente Tonino, non è riuscito ad affermarsi nel collegio di Castrovillari. A vincere è il pentastellato Massimo Misiti con una percentuale superiore al 45%. Gentile jr ottiene un 34% buono solo per un secondo posto. Va anche peggio al commissario Sorical ed ex sottosegretario regionale Luigi Incarnato, in terza posizione con il 14%.

CROTONE La disfatta per Pd e centrodestra si è materializzata a Crotone. Qui la candidata del Movimento, Elisabetta Barbuto, si è affermata con il 51% dei voti. Sotto i colpi pentastellati sono finiti sia il candidato leghista Giancarlo Cerrelli (27%) sia, soprattutto, il deputato uscente Nicodemo Oliverio, che non va oltre il 13,8%.

GIOIA Nel collegio di Gioia Tauro ride il centrodestra di Francesco Cannizzaro, capace di portare la coalizione a uno straordinario 42%. Mastica amaro, invece, l’ex “sindaca” di Rosarno Elisabetta Tripodi, sostenuta da un Pd che, insieme agli alleati, non è riuscito a superare quota 15%.

SENATO Al Senato l’esclusione che fa più rumore è quella di Piero Aiello, schierato nel collegio di Catanzaro-Vibo, dove si afferma la grillina Silvia Vono (39%). L’ormai ex senatore Aiello, che aveva stretto un patto di ferro proprio con l’ala gentiliana di Fi, deve accontentarsi del 37% e quindi rassegnarsi all’idea di abbandonare Palazzo Madama. Sempre da Crotone arriva anche la bocciatura del consigliere regionale Antonio Scalzo, in terza posizione con il 15%. Meglio ha fatto Emanuela Altilia (centrodestra), con un 26% comunque misero a fronte del 51% ottenuto dalla pentastellata Margherita Corrado.
In surplace anche Nicola Morra a Cosenza (48%), che stacca di 20 punti Fulvia Caligiuri (centrodestra) e di 33 la candidata del Pd, Sonia Ferrari.

Print Friendly, PDF & Email

Di