Gio. Mar 28th, 2024

Nuovo riconteggio della Corte d’appello di Catanzaro. Assegnato il seggio alla Camera a Forza Italia. A cui vengono riconosciuti 3.500 voti in più. Ora manca il sigillo della Cassazione. Il politico meloniano: «Repubblica delle banane». A rischio i rapporti con gli azzurri. Niente da fare per Mancini: non entrerà in consiglio regionale

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Il Rosatellum avrebbe in serbo un nuovo ribaltone: dentro Maria Tripodi, fuori Fausto Orsomarso. L’assegnazione a Forza Italia di un seggio alla Camera, a scapito del partito di Giorgia Meloni, sarebbe stata sancita dalla Corte d’appello di Catanzaro dopo l’ennesimo riconteggio, avvenuto tra ieri e oggi. Fonti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia confermano l’ultimo giudizio dei magistrati del capoluogo. Al momento nessuno, però, vuole rilasciare dichiarazioni in merito, vista l’incertezza che regna sulla distribuzione dei seggi. Alla riassegnazione del seggio a Tripodi mancherebbe ora solo il sigillo finale della Cassazione.
A quanto pare, i rilievi mossi dai vertici nazionali e regionali di Fi – che avevano denunciato diverse anomalie in molti collegi della regione –avrebbero trovato un fondamento nelle ultime verifiche disposte dall’ufficio elettorale del capoluogo, che avrebbe modificato il suo precedente verbale riassegnando circa 5mila voti alla formazione azzurra, la gran parte dei quali sottratti proprio a Fratelli d’Italia.
Una rimodulazione che cambierebbe gli scenari e modifica i rapporti di forza tra le due formazioni di centrodestra. Adesso la pattuglia berlusconiana conta quattro deputati (Santelli, Occhiuto, Cannizzaro e la stessa Tripodi) mentre quella meloniana solo uno, Wanda Ferro.

COLPO DI SCENA Il nuovo colpo di scena è figlio di una legge elettorale che, se da un lato ha consegnato un Parlamento diviso in tre e in cui non esiste una maggioranza in grado di dar vita a un nuovo governo, dall’altro ha reso più che mai complicata l’attribuzione dei seggi con il sistema proporzionale.
Nei giorni successivi al voto del 4 marzo, il ministero dell’Interno aveva diffuso i dati non definitivi. Il primo prospetto assegnava il posto alla Camera a Orsomarso, il secondo a Tripodi. Il 16 marzo un altro ribaltamento a favore del politico cosentino, dopo il primo riconteggio. Infine, il verdetto (ancora non definitivo) di oggi.

«REPUBBLICA DELLE BANANE» «Dalla Patria del diritto alla Repubblica delle Banane», commenta sul suo profilo Facebook Orsomarso. «Ho atteso in silenzio l’attribuzione dei seggi e abbiamo esultato solo quando la Corte d’Appello ha dato il risultato ufficiale. Allo stesso modo, attendo in silenzio dopo aver visto il mio nome pubblicato e proclamato nei verbali della Cassazione questo nuovo anomalo procedimento che riapre i riconteggi», che sarebbero avvenuti «a campione e su indicazione di un partito, e senza una procedura di ricorso ufficiale e senza la presenza di un nostro rappresentante. Attendo e non so come la Cassazione potrà intervenire su una cosa che al massimo andava segnalata alla Giunta delle elezioni. Ribadisco come sempre che sono gli organi competenti che devono assegnare i seggi e come sempre nella nostra vita non abbiamo alzato la voce o mosso altri poteri. Comunque vada, è evidente che qualcuno ha sbagliato nel proprio lavoro e questa procedura sarebbe anche un grave precedente».
Sentimenti opposti in casa azzurra. Il vicecoordinatore di Fi e riconfermato deputato, Roberto Occhiuto, esulta: «Giustizia è fatta. Grazie al lavoro dei nostri rappresentati di lista, la Corte di appello ha riconteggiato i voti – ben 5mila sono stati ridati a Fi – riassegnando così a Maria Tripodi il suo seggio».

EQUILIBRI INTATTI L’ultima pronuncia cambia di nuovo il quadro regionale, senza però modificare il numero dei seggi totali ottenuti da ogni singolo partito. Il Rosatellum, infatti, prevede che, una volta stabilite le percentuali nazionali, la quota di scranni parlamentari destinati a ogni formazione politica non cambi con le modifiche locali.
Significa che il seggio assegnato a Tripodi verrà sottratto a un forzista di un’altra regione italiana.
Altro discorso sono invece i rapporti prettamente politici tra berlusconiani e meloniani calabresi. La guerra per il seggio potrebbe provocare ulteriori tensioni e complicare il cammino del centrodestra verso le regionali 2019. Anche la candidatura a governatore del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto – fratello del “protestatario” Roberto –, potrebbe dunque essere rimessa in discussione.

MANCINI DELUSO La mancata elezione di Orsomarso avrebbe (anzi, non avrebbe) effetti anche in consiglio regionale. Giacomo Mancini jr – che ha fallito l’elezione con il centrosinistra nel maggioritario di Cosenza – era già pronto a subentrare al collega di FdI in virtù del suo piazzamento nel listino di Forza Italia alle regionali del 2014, quando si era classificato primo dei non eletti. Il nipote del “vecchio leone socialista”, Giacomo senior, si sarebbe accomodato tra gli scranni del centrosinistra. Forse gli è andata male. A Palazzo Campanella gli equilibri tra maggioranza e opposizione rimarranno probabilmente gli stessi.

Pietro Bellantoni

(fonte corriere della calabria)

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