Resta indietro l’Italia delle regioni che, anche per il 2017, non ha offerto esempi di eccellenza in termine di lavoro ma, al contrario, figura nella top-ten delle peggiori performance. I dati di Eurostat sulla disoccupazione giovanile, infatti, sono risultati stamattina ben poco rassicuranti per alcune regioni dello stivale: tre delle dieci maglie nere d’Europa spettano proprio all’Italia, e tra queste la Calabria, accanto a Campania e Sicilia rispettivamente al settimo e decimo posto, resta al top in Ue per tasso di disoccupazione giovanile passando però dalla terza posizione del 2016 con una percentuale di disoccupazione del 58,7% alla quinta con il 55,6%.
Le regioni del mezzogiorno figurano così vicine alle regioni ultra-periferiche di Spagna e Francia. Peggio della Calabria, infatti, fanno l’enclave spagnola in Marocco Melilla (62,7%), l’isola greca di Voreio Aigaio (58,2%), la regione ellenica di Ipeiros (58%), e il territorio francese d’oltremare Mayotte.
I dati di Eurostat indicano, in particolare, che nel 2017 quattro regioni italiane, la Calabria, la Campania e la Sicilia, appunto, a cui si aggiunge la Puglia, hanno fatto registrare un tasso di disoccupazione di almeno il doppio della media Ue (7,6%), ovvero superiore al 15,2%, assieme ad altri 31 territori Ue (13 greci; 9 spagnoli; 5 francesi).
La provincia autonoma di Bolzano, con un tasso di disoccupazione del 3,1%, è invece l’unico territorio italiano (come del resto anche nel 2016) ad essere rientrato nel gruppo delle 56 regioni europee che hanno fatto registrare una percentuale di almeno la metà rispetto alla media Ue mentre il tasso di disoccupazione più basso in Ue, nel 2017, è stato quello di Praga con l’1,7%. Nel 2016 erano state cinque le regioni italiane ad aver fatto registrare un tasso di disoccupazione di almeno il doppio della media Ue (8,6%), ovvero superiore al 17,2%: Sicilia, Campania, Puglia, Sardegna e ancora una volta la Calabria.
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