Mer. Apr 24th, 2024

Una brillante operazione posta in essere dagli uomini del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti di Messina ha donato lustro e prestigio al Corpo di Polizia Penitenziaria. Tre poliziotti (Autista – Scorta e Caposcorta) comandati di servizio per effettuare una traduzione, partita dal Penitenziario di Messina e diretta verso il Tribunale di Locri (RC) per un’udienza delicata che vedeva come imputato P. S. originario di San Luca, detenuto di alta sicurezza ed imputato ex art. 629 c.p e art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, conv. in legge 12 luglio 1991 n. 203. Conclusa la suddetta udienza e, durante il tragitto di ritorno, percorrendo la Salerno – Reggio Calabria, il detenuto in questione, riferiva di accusare forti dolori al torace e di riscontrare difficoltà nella respirazione. Al fine di porre in sicurezza le operazioni di traduzione e rientro in sede del detenuto di alta sicurezza, il Capo Scorta ha preso sapientemente in mano la situazione e, portandosi verso la vicina Area di servizio, monitorata dalla presenza di telecamere a circuito chiuso, consentiva nell’immediato di garantire non solo l’ordine e la sicurezza pubblica e della scorta, ma soprattutto di scongiurare il sopraggiungere di appoggi esterni e/o una possibile evasione del soggetto detenuto, altamente pericoloso. Al fine di dare immediata comunicazione dell’imprevisto evento occorso, il competente Capo Scorta richiedeva specifico supporto logistico alla C.O.R. – Centrale Operativa Regionale di Catanzaro e, contattava, personalmente, un’ambulanza del 118, con l’obiettivo di garantire, in primis il diritto alla salute del detenuto, ma
anche e soprattutto la piena sicurezza nelle operazioni di trasporto, l’ordine pubblico, nonché l’incolumità della scorta e della cittadinanza. Il detenuto, subito dopo essere stato visitato e stabilizzato da Medici del 118, veniva trasportato presso il vicino Nosocomio. In supporto della scorta, giungevano numerose pattuglie della Polizia Stradale, della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Palmi e del Comando dei Carabinieri e successivamente anche della Radio Mobile che scortavano il convoglio fino a destinazione, soffermandosi sul luogo di cure al fine di scongiurare ogni possibile e tentata fuga da parte del ristretto. Gli esami clinici sulla persona del detenuto davano esito negativo e, lo stesso, firmava volontariamente le proprie dimissioni. Le Forze dell’Ordine, unite, tutte per un fine comune, quello di garantire la sicurezza della popolazione, vista la personalità del soggetto trasportato, altamente pericoloso, essendo il fatto avvenuto in territorio calabro, covo della ‘Ndrangheta, di cui il P. S. e la propria famiglia, originaria di San Luca, sono i maggiori esponenti. In ultimo, è di pochi giorni la notizia risaltata sui maggiori quotidiani dell’arresto del fratello del detenuto in questione, da anni latitante, scovato dagli operanti, in un covo calabro ben celato. Le operazioni sono state brillantemente coordinate dal Capo Scorta del NTP del Penitenziario di Messina con l’ausilio ed il supporto dei propri uomini, nonché della C.O.R. di Catanzaro e delle Forze dell’Ordine presenti su territorio calabro, nonché mediante supporto telefonico mantenuto con la sezione Sicurezza presso il P.R.A.P. di Palermo. Per la traduzione del caso, sono state adottate dal validissimo Capo scorta e dai propri uomini, tutte le misure necessarie idonee a sventare una possibile fuga del ristretto, ogni accorgimento adoperato, è stato predisposto al fine di garantire rigorosissime misure di sicurezza e di vigilanza nei confronti del detenuto trasportato, al fine di prevenire ed impedire possibili pericoli di evasione messi in atto dallo stesso, e/o inconvenienti di sorta tali da compromettere il regolare svolgimento della traduzione stessa, il tutto, sempre a totale garanzia dell’incolumità pubblica. L’operazione si è conclusa brillantemente, mantenendo la massima sicurezza, grazie alla professionalità ed alla competenza del Capo Scorta e degli uomini del NTP di Messina e di tutte le Forze dell’Ordine intervenute sul luogo, al fine di sventare quella che poteva rappresentare non solo una possibile evasione ma, in caso di intromissioni esterne, papabili e disastrose conseguenze per gli uomini addetti alla scorta”- è quanto rende noto il SAPPESindacato Autonomo di Polizia

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