Ven. Mar 29th, 2024

Sarà presentato domenica 17 giugno alle 18,30 nell’auditorium del Sistema Bibliotecario Territoriale Ionico “Giovanni Ruffo” di Bovalino il libro di Mimmo Romeo “Stavamo tutti al buio…io accesi un lume”

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(2018, Città del Sole edizioni), incentrato sulla vita e le opere di Tommaso Campanella, fresco reduce dalla presentazione al XXXI Salone Internazionale del Libro di Torino.

Dopo i saluti del sindaco di Bovalino Vincenzo Maesano (nella veste di Presidente del Sistema Bibliotecario), il giornalista Gianluca Albanese dialogherà con l’autore.

Di seguito la recensione del libro pubblicata sul portale www.locridecultura.it.

 

“Una vita spericolata. I meriti principali dell’ultima fatica letterario del Deputato di Storia Patria della Calabria Domenico Romeo, infatti, sono essenzialmente due: un linguaggio semplice e immediato che farà sicuramente in modo che anche i lettori meno avvezzi alla pratica filosofica possano apprezzare la figura di Tommaso Campanella; l’aver scoperto tutta una serie di aneddoti e documenti del frate dominicano da suscitare una viva curiosità nel lettore che inevitabilmente leggerà la lunga e tormentata esistenza dell’autore della “Città del Sole”.

E allora, “Stavamo tutti al buio…io accesi un lume” (2018, Città del Sole edizioni) è un vero e proprio vademecum per scoprire (o riscoprire) Campanella.

La biografia è completa, dal tempo in cui nacque (“A debellar tre mali

estremi: tirannide, sofismi e ipocrisia”), dalla sua infanzia povera che però non gli impedì di farsi una buona preparazione origliando fuori dalle aule di lezione dei bambini più fortunati, fino all’età adolescenziale, in cui mise in mostra già le sue innumerevoli doti. Un genio vero e proprio, sia quando studiò con profondo interesse i cedri di Nicastro, sia quando entrò in convento, sebbene – sempre approcciandosi alla sua storia con l’occhio del contemporaneo – l’impressione è che Campanella fosse troppo “avanti” rispetto al tempo che viveva.

In pochi lo capirono, e molti di quelli che lo capirono, lo temerono al punto tale da farlo imprigionare in condizioni terribili per una condanna totale di 27 anni, che oggi non li prenderebbe nemmeno un boss della ‘ndrangheta.

Lui che sognava, anzi, teorizzava e si preparava a realizzare, quella repubblica socialista e teocratica descritta ne “La città del sole” subì l’affronto di essere insultato e sputato dalla plebe per cui si batteva nel tragitto compiuto da detenuto legato mani e piedi; lui che elevò gli intelletti fino ai cieli dell’astronomia, fu condannato a condizioni carcerarie indicibili, spesso in fosse bagnate sotto il livello del mare, e sottoposto a torture di una brutalità estrema, ma senza mai cedere. Perchè dove non arrivano la carne fiaccata e il corpo deturpato dalle sevizie, c’è sempre una mente superiore che resiste.

Una vita spericolata, quella di Campanella, che dalle carceri buie passò ad essere stimato e amato alla corte di Francia, laddove, nel suo periodo parigino, conobbe Luigi XIII e Richelieu, tenne un discorso alla Sorbona e il futuro re Luigi XIV in braccio.

Il suo pensiero è patrimonio del mondo intero. Un lampo di modernità che dal Seicento dura ancora oggi, e che la brillante biografia di Romeo stimola a conoscere e ad approfondire”.

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