Sab. Apr 20th, 2024

Sono state avviate, già dalla scorsa settimana, le operazioni di sgombero degli immobili confiscati alla criminalità organizzata abusivamente occupati.

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Nella mattinata di venerdì, 29 giugno scorso, infatti, personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia municipale ha dato esecuzione allo sgombero di un fabbricato a due piani, sito in località Artarusa del Comune di Africo, confiscato a un esponente di un clan di ‘ndrangheta, attivo nel versante jonico di questa provincia, mentre nella mattinata odierna, si è proceduto allo sgombero di un’unità immobiliare, sita in località Pietrastorta di questo Capoluogo, confiscata a un esponente della criminalità organizzata operante sul territorio reggino.

Entrambe le operazioni si sono svolte senza turbative all’ordine pubblico.

L’attività anzidetta si colloca nell’ambito di una più generale pianificazione disposta dal Prefetto di Reggio Calabria in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, tenutosi lo scorso 1 giugno, con la partecipazione, oltre che del Questore, del Comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, del Procuratore aggiunto della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, del Dirigente dell’Ufficio di Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, delegato dal Direttore dell’Agenzia  e del Vice Sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria.

In quella sede è stata messa a punto una programmazione delle attività finalizzate a liberare da illegittime occupazioni i cespiti confiscati, per lo più già destinati a Enti locali o ad Amministrazioni pubbliche, nell’ambito di un percorso volto alla riaffermazione della legalità in un territorio fortemente connotato dalla presenza di cosche mafiose.

 

La restituzione alla collettività degli ingenti patrimoni confiscati alla criminalità organizzata, frutto di attività illecite, di violenza e di sopraffazione, costituisce un obiettivo primario dello Stato non solo perché l’aggressione ai patrimoni mafiosi si è rivelato uno strumento efficace di contrasto e repressione dei sodalizi criminali, ma anche per l’alto valore simbolico che assume con la loro destinazione a scopi sociali e istituzionali.

 

5 luglio 2018

 

L’addetto stampa

Il Capo di Gabinetto

(Adorno)

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