Mar. Apr 16th, 2024

“Accogliamo con grande soddisfazione l’ennesimo segnale di grande attenzione e tutti i buoni propositi illustrati oggi dal Ministro Salvini in tema di Sicurezza. Su tutti, il tema ‘principe’ resta quello delle nuove assunzioni perché, considerato le carenze di organico con cui facciamo i conti e il carico di lavoro che dobbiamo svolgere per garantire il diritto alla sicurezza degli italiani e del Paese, raggiungere un congruo numero di uomini, con un’adeguata età media e con una sufficiente dotazione di mezzi, è il presupposto fondamentale per la riuscita di ogni buon proposito”.  

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Non ha dubbi Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’FspPolizia di Stato, Federazione Sindacale di Polizia che, a proposito dell’audizione di oggi del Ministro dell’interno davanti alle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, parla delle nuove assunzioni in Polizia come della questione più importante trattata da Salvini, il quale ha spiegato che si sta valutando se procedere con un piano quinquennale di “ingressi” o un “grande piano di assunzione straordinario”. 

“La situazione in tal senso è di assoluta gravità e va ricordato – insiste Mazzetti –. A marzo anche il Capo della Polizia ha nuovamente parlato senza mezzi termini di ‘organici ai limiti’rincarando poi che e ‘il problema non è solo quello di essere pochi ma molto spesso di essere vecchi’. Parliamo di un buco di oltre 20.000 unità nella Polizia di Stato, rispetto all’organico previsto fino a un paio di anni fa, prima della nefasta legge Madia che ha cristallizzato una situazione di assoluta inadeguatezza. E il quinquennio che ci aspetta falcidierà ancora l’organico con un grande e preoccupante esodo, perché arriveranno al culmine del proprio ciclo lavorativo quasi 40.000 operatori. Sono numeri importanti, non supportati da un pari numero di ingressi, perché parlare di sblocco del turn over sulla carta non ha alcun senso se nella realtà le assunzioni non avvengono. Ma è fin troppo chiaro che senza uomini sufficienti nulla si può fare come il Ministro auspica: una maggiore presenza sul territorio, un’incalzante azione di prevenzione, una lotta ancor più serrata alla mafia, un contrasto all’illegalità diffusa, la ferma risposta al sempre più incalzante allarme terrorismo, l’impegno contro il femminicidio, tutto passa per un Comparto che abbia numeri e mezzi all’altezza. Un concorso è stato fatto – conclude Mazzetti –, e volendo si può procedere celermente allo scorrimento delle graduatorie, basta metterci i soldi. Ma bisogna darsi una mossa perché l’immissione in strada dei nuovi agenti non è immediata: fra prove attitudinali, visite mediche e corso, ci vuole minimo un anno dal momento in cui si inizia a procedere. Si tratta di scegliere. La sicurezza ha un costo, anche se non è un costo: richiede i necessari investimenti perché è una risorsa, indispensabile per lo sviluppo democratico, economico e sociale del Paese”. 

 

 

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