Mer. Apr 24th, 2024

Mentre le scuole del Nord-Est  e del Nord-Ovest dell’Italia si confermano piuttosto valide, la Calabria in particolare non riesce a scrollarsi di dosso la maglia nera che si porta ormai da anni. E tutto il Meridione resta ancora distante dal resto del Paese.

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Dalla seconda primaria alla seconda secondaria di secondo grado, i risultati nelle prove di Italiano e Matematica delle macro-aree si allontanano progressivamente. Se nella scuola primaria le differenze sono più ridotte ,in terza secondaria di primo grado, invece,i risultati medi del nord, del centro e del sud tendono a divergere significativamente tra loro. Tendenza che si consolida ulteriormente nella scuola secondaria di secondo grado, riproducendo il quadro che emerge anche dall’indagine internazionale PISA, dove il nord ottiene risultati superiori sia alla media italiana che alla media OCSE, il centro ha un risultato in linea con la media dell’Italia, più bassa della media OCSE, e il sud e le isole hanno risultati inferiori sia alla media italiana che alla media OCSE.

Lo studio INVALSI ,presentato nei giorni sccorsi, ha avuto, come si sa, per oggetto l’analisi delle prove di italiano e matematica svolte nello scorso mese di maggio da 2.231.000 alunni delle classi seconde e quinte della scuola primaria, terze della secondaria di primo grado e seconde della secondaria di secondo grado. L’elaborazione è stata condotta come sempre in questa fase sulle classi campione, statisticamente rappresentative del sistema nazionale di istruzione.

Ma scendiamo nei particolari partendo dalla scuola primaria. Fissata la media nazionale a quota 200 punti per tutte le classi, nelle seconde classi per l’italiano siamo a 193 punti (cinque in più rispetto al 2017) ma ultima fra le regioni d’Italia. Resta una differenza di 13 punti  tra la regione con il migliore risultato, l’Umbria, e quella con il peggiore risultato, appunto la Calabria, e uno stacco  di 7 punti dalla media nazionale.

Nelle quinte classi della primaria siamo a 192 punti (184 l’anno scorso), terzultima con dietro di noi solo Sicilia e Campania, ma con una distanza dal Molise di 18 punti e dalla media di 8.

Per la matematica, sempre alle elementari , nelle seconda classe, la Calabria risulta con 194( 181 nel 2017) ha il risultato peggiore insieme alla Sardegna. La distanza tra il Molise primo e la Calabria è di 21 punti e un distacco dalla media di 6.

Stessa situazione per la matematica nella classe quinta della primaria, qui i punti sono 192 ( 181 nel 2017), dopo di noi solo Sicilia e Sardegna, e la distanza con la prima regione, il Molise, è di 28 punti e dalla media nazionale di 8.

Per la scuola media, testata nelle classi del terzo anno , le cose peggiorano , il gap continua ad essere imbarazzante. In italiano siamo ultimi con 185 punti (188 nel 2017) insieme alla Campania, di quindici punti inferiori alla media nazionale che è sempre di 200. La distanza con le prime regioni, Friuli e Marche è pari a 23 punti.

Ancora peggio  in matematica, con 181 punti (184 l’anno scorso), il punteggio più basso con una distanza dalla prima,la provincia di Trento, di 33 punti e dalla media di 19.

Non vanno meglio le cose negli ultimi due ambiti testati dall’Invalsi, e cioé la scuola superiore. Per le seconde classi in italiano si registra il punteggio più basso  181 punti, ventinove punti  in meno rispetto alle media nazionale e una distanza dalla provincia di Trento di 34 punti.

In matematica il punteggio è di 176 (179 nel 2017), anche qui  ultimi nella classifica delle regioni,  con un distacco abissale di 43 punti dalla provincia di Trento e di 24 dalla media nazionale.

L’indagine Invalsi ha sottoposto il campione di studenti della primaria e della scuola media anche a due prove di Inglese,comprensione dell’ascolto e della lettura.

Neanche qui gli esiti sono gratificanti. Tutt’altro. Gli allievi della quinta primaria in Calabria nella prova di ascolto si sono qualificati al penultimo posto insieme alla Campania  e  con 189 punti  una distanza di 34 punti sempre dalla provincia di Trento e di 11 punti dalla media nazionale.

Mentre nella prova di lettura terzultimi con 191 punti lontani di venti punti dal Trentino e di 9 punti dalla media nazionale.

Non cambiano le cose per gli allievi di terza media, ultimi nella prova di ascolto con 170 punti  e un pesante distacco dalla provincia di Bolzano di 52 punti. Analogo risultato nella prova di lettura, sempre ultimi con 177 punti, distanti dal Friuli di ben 37 punti e dalla media  di 23 punti.

E’ una Italia, dunque, che procede a due velocità. Riemerge allora in tutta la sua drammatica evidenza l’urgenza di rimettere al centro dell’attenzione politica e dei nostri ‘governanti’ l’istruzione e la formazione come emergenza sociale per il sud e la Calabria in particolare.

Sui risultati di questa ennesima indagine dalle nostre parti probabilmente registreremo il silenzio di sempre. Nessun commento ai vari livelli di responsabilità, regione, province, comuni, che pur istituzionalmente concorrono con la scuola ai processi formativi. Come se niente fosse. Tutti zitti. Eppure emerge in maniera chiara e inequivocabile come, per esempio, la scuola media resta l’anello debole del sistema e che il “buco” diventa una voragine nel biennio delle superiori. Basta correlare questi risultati con il numero di studenti bocciati, la quantità di ragazzi promossi con debiti formativi, il tasso di dispersione scolastica, i risultati negativi dei ragazzi che ripetono per capire la gravità del problema. Per non dire che almeno il 40% degli studenti di terza media esce dall’esame di stato col giudizio di sufficiente che nasconde gravi lacune ed un percorso estremamente inadeguato. E non è un mistero che la maggior parte di questi ragazzi si iscrive agli istituti professionali dove si raggiungono punte notevoli di bocciatura. Insomma un quadro complessivo che richiede cambiamenti ed in prima battuta un piano di formazione diffuso e efficace legato alla valorizzazione professionale dei docenti. Perché senza di loro è impossibile cambiare il metodo con cui si lavora all’interno della scuola.

Il sistema scolastico in Calabria , e nel Meridione più in generale, appare non solo meno efficace in termini di risultati conseguiti rispetto all’Italia  e al nord, ma anche meno equo: la variabilità dei risultati tra scuole e tra classi nel primo ciclo d’istruzione è consistente così come sono più alte le percentuali di alunni con status socio-economico basso che non raggiungono livelli adeguati nelle prove. Il sistema scolastico è  in Calabria non solo meno efficace ma anche meno capace di assicurare agli alunni le stesse opportunità educative.

Assumere allora il tema dell’eleva­mento del grado di istruzione  dei nostri giovani e dei nostri ragazzi credo che sia una questione che ha molto a che fare con i programmi di sviluppo di una  regione che vuole superare il proprio ritardo, che vuole fare i conti con le proprie risorse e che vuole mettersi alle spalle  la dimensione assistita dello sviluppo. Credo, quindi, che questa non possa che diventare una priorità fondamentale per la Regione Calabria e degli altri territoriali a cascata.

La qualità del sistema di istruzione in Calabria esige ben altro. Perchè i risultati Invalsi vedono di continuo, per esempio, migliorare le competenze dei giovani del Nord-Est, collocandosi ai vertici della classifica dei Paesi UE? Questo non ha a che fare di sicuro con le leggi elaborate dal Ministero della P.I. o dal Parlamento. Ha a che fare con il dinamismo, la vitalità e l’impegno di quelle Regioni e di quelle province. Ha a che fare con il capitale sociale e professionale di quelle scuole. E’ anche per questo che la Calabria si trova al fondo delle classifiche.

 

Luglio 2018

 

 

Prof. Guido Leone

già dirigente tecnico USR Calabria

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