Sab. Apr 20th, 2024

Quattro anni e tre mesi di reclusione per Santi Zappalà (58 anni). La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha confermato ieri la condanna a carico dell’ex consigliere regionale, nell’ambito del processo “Reale 6”, celebrato in primo grado col rito abbreviato e concluso nel maggio del 2016. Confermate anche le sentenze per Giuseppe Antonio Mesiani Mazzacuva e Antonio Pelle (4 anni ciascuno) mentre sono sono usciti assolti, invece, Domenico Arena e Vincenzo Pesce per non aver commesso il fatto (in primo grado gli erano stati inflitti rispettivamente 5 anni di reclusione). Al centro dell’indagine un presunto scambio di voti e denaro che ci sarebbe stato tra Zappalà e la cosca Pelle di San Luca in occasione delle regionali del 2010.
In particolare la tesi degli inquirenti era che alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria l’ex consigliere, candidato col PdL nella coalizione a favore di Peppe Scopelliti, avrebbe stretto un patto corruttivo con esponenti dei Pelle per ottenere un consistente pacchetto di voti in cambio di “vantaggi”, tra cui quello di una corsia preferenziale per le imprese di riferimento del clan nel settore dei lavori pubblici.
Zappalà, sempre secondo gli investigatori, avrebbe anche pagato 400 mila euro ai Pelle, ai Pesce di Rosarno e agli Strangio di San Luca per garantirsi i voti. Fu poi eletto con 11mila preferenze.

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